recensioni dischi
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COCKOO  "Buongiorno"
   (2013 )

Cucù come orologio? Cucù come gioco stile nascondino per i bambini (cucù séttete)? Cucù come verso del cuculo? Cucù come Pozzo Cucù, ridente cittadina in provincia di Bari? O ancora cucù come gioco di carte? Stop, niente di tutto questo. Innanzitutto qui si parla di CocKoo, non di cucù, e la stessa pronuncia è diversa (si legge infatti "cocù"). E poi, soprattutto, qui non c'è niente di giocoso, qui si fa terribilmente sul serio: i CocKoo sono, in assoluto, una delle novità più vincenti e centrate di questo 2013. Non si tratta, va detto subito, di una band alle prime armi: attiva da 8 anni, ha già un curriculum di tutto rispetto, con 4 dischi all'attivo (un primo demo promozionale, l'E.P. "Senza Far Rumore", l'album "La Teoria Degli Atomi", e finalmente questo nuovo lavoro), diversi riconoscimenti in bacheca (''Acoustic Festival'' nel 2006, ''Il Nostro Canto Libero'' nel 2007, più 3 diversi premi nel 2008 - ''Area 24'', ''Concorso Internazionale per Artisti Emergenti'' e ''Greenage'' - fino a conquistare, nel novembre 2010, la prestigiosa Targa Giovani al M.E.I.) e, soprattutto, un curriculum live che li ha visti, di volta in volta, affiancare pezzi da 90 come Deep Purple, James Taylor Quartet, Elio e le Storie Tese, Subsonica e Marlene Kuntz. Non è un caso, insomma, che per il loro primo full lenght si fosse mosso addirittura Max Zanotti, che nel 2009 ne curò la produzione artistica, e che per il loro videoclip "Seta Porpora" la firma fosse quella altisonante di Stefano Poletti (già con Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti, Nek, Pan del Diavolo, Sick Tamburo). Facile, quindi, immaginare come questo nuovo lavoro fosse davvero molto atteso, per consolidare una speranza della nuova musica tricolore che non poteva e doveva essere sprecata. Ed è andata proprio così: tutto ciò che era riposto nelle potenzialità della band (da parte di fans, addetti ai lavori, e della band stessa) non solo non è andato disilluso, ma anzi ha allargato l'orizzonte, accentuando (se possibile) ulteriormente la deflagrazione portata dalle proposte dell'ensemble astigiano. Splendidi episodi rock (l'iniziale "Le distanze", l'irresistibile "Casa", che ricorda i migliori Placebo, e ancora "Supernova", "Kafka", e la magnifica "Lady G") sono alternati a ballate pregnanti e centrate (su tutte la title track "Buongiorno", davvero un autentico capolavoro, ma anche "La parte più eterna del mondo" e "Il mio corpo"). Senza fare inutili paragoni, che risulterebbero di certo scomodi (e, in diversi casi, non certo per i CocKoo!), è difficile affiancare la proposta di questa band a quella delle attuali realtà della musica tricolore. Queste sono note internazionali: che, non dimenticando la tradizione italiana, danno vita ad un prodotto facilmente esportabile. Bravi, davvero bravi questi ragazzi. Ora siete avvertiti: se ignorerete quest'album, ci rimetterete voi. (Andrea Rossi)