recensioni dischi
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MUMPBEAK  "Mumpbeak"
   (2013 )

E’ probabile che non abbiate mai ascoltato qualcosa di simile a Mumpbeak, lavoro pulsante di grandissima intensità emotiva e virtuosismo strumentale, che decolla dal solco della tradizione segnata da King Crimson, Yes, Emerson Lake & Palmer, Allan Holdsworth e Jeff Beck verso una galassia di suoni inauditi. Alla batteria ed alle percussioni elettroniche Pat Mastelotto (di King Crimson e Naked Truth), ai bassi Shanir Ezra Blumenkranz (creatore di Abraxas e collaboratore di John Zorn), Bill Laswell, Lorenzo Feliciati (di Naked Truth) e Tony Levin (di Stickmen, Peter Gabriel) creano un’impalcatura ritmica atta a sostenere le invenzioni tastieristiche di Roy Powell, che qui usa prevalentemente uno Hohner Clavinet e dei pedali modificati con lo scopo di suonare quasi come una touch guitar. Mumpbeak nasce da un’idea di Roy Powell che, dopo aver creato le melodie e le strutture dei brani in Norvegia, le ha condivise con Mastelotto. Poco dopo è stato reclutato Laswell per la produzione – sua la scelta del magnifico Shanir Blumenkranz per la maggioranza delle parti di basso, ma anche sue numorose parti - e poi ancora Lorenzo Feliciati e Tony Levin, che (entrambi) hanno collaborato su un brano. Le composizioni di Powell, mediate nel suono generato dai sei musicisti, sotto l’auspicio della produzione di Bill Laswell, sono imponenti ed intricate, come vuole la migliore tradizione del rock progressivo strumentale, ma godono di grande interattività e “spazio”. Dice Laswell “E’ un suono molto piu’ elastico ed intriso di humour di quello espresso da vari gruppi di rock progressivo / math più regimentati di oggi”. Molta di questa “elasticità” è attribuibile al drumming di Pat Mastelotto, il cui approccio, soprattutto in brani quali “Biscuit”,”Monocle” e “Piehole”, segue nel solco di Elvin Jones con John Coltrane o di Mitch Mitchell con Jimi Hendrix. Dice Mastelotto: “Ho goduto di grandissima libertà nel creare le mie parti per Mumpbeak, ed ho spesso virato su tecniche che ho assorbito ascoltando Tony Williams o Art Blakey in molteplici parti del disco”. Dice Powell di Mumpbeak: “Negli ultimi anni ho cominciato a sviluppare l’interesse ad uscire dai confine dei suoni permessi dalle tastiere elettriche stock o del organo Hammond o ancora del suono di un piano preparato. L’esperienza accumulata nello sviluppare pianoforti preparati, o ad aumentare il suono di Fender Rhodes con effetti nuovi, mi ha convinto della necessità di trovare dei suoni genuinamente nuovi: da questo l’idea di espandere la voce di un Clavinet Hohner per farlo suonare come una chitarra elettrica touch, che di Mumpbeak è forse l’elemento piu’ caratterizzante. Il Clavinet è come una chitarra suonata attraverso una tastiera. Ha 60 corde, dei pickup e un pre-amplificatore. Utilizzando svariati pedali di effetti ed amplificatori di chitarra si possono generare dei suoni inauditi. L’unico limite e’ dato dalla capacita’ limitata di piegare le note, ostacolo che ho aggirato utilizzando un pedale whammy”. In “Monocle”, per esempio, Powell produce accordi scintillanti che copre con line di legato sorprendenti, quasi a emulare il suono di Allan Holdsworth. E ancora, su “Nork”, pare combinare il suono di Jeff Beck con dei suoni che derivano dal Koto, mentre su “Piehole” o “Oak” prende spunto da Adrian Belew.