recensioni dischi
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RICK PEROVICH  "Soul salvation"
   (2013 )

No, non sono solo i refoli della Bora a rendere suscettibile di correnti l'aria triestina. Dal 2 dicembre a corroborare l'effetto ci pensa il musicista giuliano Rick Perovich, con la pubblicazione del suo Ep d'esordio “Soul Salvation”. E' un artista poliedrico il Perovich; lo dimostrano le sue eclettiche doti come cantante, chitarrista, bassista, arrangiatore... All'età di 14 anni “l'imprinting musicale” lo ebbe col basso, prendendo parte ad alcune formazioni scolastiche. In età adolescenziale continua a farsi le ossa nella rock band “Bad Mother Funkers”. Il successo, poi, valica i confini triestini grazie a due singoli di livello nazionale, prodotti dalla nuova formazione cui ha dato luce nel 1999, gli “Zeronovemilligrammi”. Nel 2004 invece sono i “New Killer Stars” la band per cui l'autore dispiega le sue abilità... abilità queste che, insieme ad uno spesso background originatosi da una lunga esperienza, lo persuadono a cimentarsi nella realizzazione di un Ep proprio, registrando da sé tutte le parti strumentali ad eccezione di batteria (Andrea Piergianni) e organo Hammond (Andrea Bondel). E' una miscellanea il nuovo lavoro di Rick Perovich, che prende le mosse dal ferace retroterra musicale che gli appartiene. Tra le sue influenze annovera Elvis Presley, il cui influsso è manifesto nella disposizione di incidere una cover in chiave indie di “Suspicious Mind”. Più propriamente è al Pop Rock che il suo sound deve le suggestioni. Ricordiamo del Pop che esso fu uno sviluppo del Rock and Roll originatosi intorno agli anni '50, e che negli anni '80 le tradizionali differenze che lo contrapponevano al Rock si assottigliano sempre più, fino ad assistere, in taluni casi, al fondersi di questi generi. E' in questa commistione che l'autore triestino affonda le sue radici. Quanto detto è riscontrabile in alcuni suoi modus operandi come: l'attenzione riposta in melodie easy-listening, la scelta di quel “linguaggio naturale” fatto di suoni puliti, privi di distorsioni, genuini, e l'adozione di un pattern quale quello del “formato canzone” che si esplicita in un vicendevole alternarsi di strofe e ritornelli. “Everyday” è l'esempio più calzante di questo stile. “Panic” è invece segnata da un forte accento ritmico. Mentre la voce nel ritornello di “Soul Salvation” quasi richiama alla mente quella un po' sbilenca di Johnny Rotten. Restando in termini di vocalità, c'è da aggiungere che questa arricchisce il pout pourri artistico di Perovich dell'elemento Grunge, rinvenibile in tali note corrosive e graffianti. Insomma... sappiamo che le raffiche di Bora possono superare i 150-160 km/h... ma ci sono buone possibilità che Perovich sfrecci ancora più veloce! (Maria Migliarotti)