recensioni dischi
   torna all'elenco


TESTAINTASCA  "Maledizione!"
   (2014 )

I Testaintasca sono in quattro, due fratelli e due no. Vivono a Roma e hanno una passione smodata per gli strumenti vintage e le giacche di pelle. Vengono da un universo parallelo, sono refrattari alle mode e poco inclini all’auto-promozione. Credono nei giradischi e in Lucio Battisti, amano i Beatles e Kinks, i Blur e il pop suonato con le chitarre elettriche. È dal 2009 che se ne parla come uno dei segreti meglio custoditi della scena indie romana: fino a poco tempo fa erano difficilmente rintracciabili sui social network, e tutto quello che si sapeva di loro era solo dovuto al passaparola e ai numerosi concerti che hanno infiammato per anni i palchi della capitale. Un piccolo culto sotterraneo che è emerso anche grazie alla pubblicazione di un primo omonimo EP, pubblicato in free download da 42 Records ad aprile 2013. Dopo avere trascorso l’estate in studio di registrazione a lavorare al loro primo album, con la produzione artistica di Giacomo Fiorenza, si sono fatti notare accompagnando in tour I Cani, come special guest delle prime nove date del tour che si sono svolte in alcuni dei più prestigiosi live club italiani, facendo riscontrare una serie sorprendente di sold out. Quello tra I Cani e Testaintasca è un legame antico, che nasce da un’amicizia vera e dall’apprezzamento reciproco: sono stati proprio I Cani a segnalarli a 42 Records e a insistere per averli come ospiti speciali del loro nuovo tour . La band ha approfittato dell’occasione per presentare in anteprima proprio i brani che ora compongono "Maledizione!", il loro disco di esordio, uscito il 4 febbraio del 2014, appunto, per 42 Records, con distribuzione Universal. Le loro canzoni sono semplici e dirette, fresche come una bibita gelata in agosto, vecchio stampo, ma non per questo passatiste. I testi possono fare pensare a un certo revival del beat italiano, così fortemente caratterizzati da temi sociali come l’ecologismo, la politica e il sentirsi sempre inadeguati alle dinamiche imposte da questa società. "Maledizione!", quindi, non è un grido di resa, ma di attacco.