recensioni dischi
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BEATRICE ANTOLINI  "Vivid"
   (2013 )

Beatrice Antolini ha sempre fatto ottima musica, su questo non ci sono dubbi: gli album che hanno preceduto questa nuova uscita (''Big Saloon'' del 2006, ''A due'' del 2008 e ''BioY'' del 2010) sono tutti riusciti nel difficilissimo, quasi impossibile compito di convincere in egual modo pubblico e critica. Se, però, si doveva per forza cercare il pelo nell'uovo, se occorreva cioè scovare forzatamente un minimo difetto nelle suddette raccolte, era forse quello di presentare musica un po' troppo, diciamo, ''colta''. In altre parole, le canzoni (bellissime, l'abbiamo già detto) che componevano le prime 3 prove di Beatrice, dovevano essere ascoltate più volte, metabolizzate quindi pian piano, per essere comprese e gustate appieno. Trattasi, questo va detto, non di un vero e proprio ''difetto'': da sempre, in qualsiasi campo, il lavoro fatto per raggiungere la meta rende quest'ultima, una volta acchiappata, ancor più piacevole, e di più lungo ''godimento''. Comunque sia, i brani di questo nuovo ''Vivid'' sono ugualmente validi, anzi validissimi, alla stregua delle perle che avevano formato l'ossatura degli album precedenti: con, in più, uno sforzo, riuscitissimo, di ''potabilizzare'' ulteriormente la propria proposta. Sono, quindi, canzoni più immediate, quelle di ''Vivid'', a partire dalle splendide ''Vertical love'', ''Transmutation'' e ''Pinebrain'' (a parere di chi scrive le punte massime del lotto): e, va detto, questa maggiore immediatezza non va, nemmeno per un attimo, a discapito del valore dell'opera. Il rendere, insomma, più fruibile il tutto non ha reso la qualità più ''facile'', nel senso deteriore del termine. C'è tutta la ricerca, tutta l'abituale cura che la Antolini mette nelle sue opere, in queste 10 nuove canzoni: con la differenza che, forse, stavolta anche la massaia di Potenza, o l'elettrauto di Follonica, potranno canticchiare questi brani. Senza che questa sia improvvisamente divenuta musica ''nazional-popolare'', nel senso più becero e sminuente. Esperimento riuscito, quindi, al 100%. E da replicare al più presto, senza dover nuovamente attendere quasi 4 anni per poter assaporare l'impagabile leggiadria delle note di questa splendida cantautrice tricolore. (Andrea Rossi)