recensioni dischi
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KARENINA  "Via Crucis"
   (2014 )

Nati come Triste Colore Rosa, cambiano ragione sociale nel 2011. "Il futuro che ricordavo" è il primo lavoro discografico con ragione sociale Karenina, uscito nel 2012, e vede la collaborazione e produzione artistica dell'amico e maestro Paolo Pischedda (Marta sui Tubi) e la presenza del violoncello di Mattia Boschi (Marta sui Tubi, The Niro, Il Disordine delle Cose) in 3 brani. Dopo un tour che li porta a proporre la loro musica in vari appuntamenti (opening act for Marta sui Tubi, Giorgio Canali, Area) e locali dello stivale, ad ottobre 2012 decidono di ritornare a comporre musica nella loro sala prove. A marzo 2013 danno alla luce l'e.p. “Verso”, desiderio nato dalla necessità viscerale di esprimere quella che è stata ed è la fase di crescita, di cambiamento, di apertura, di emancipazione dalle logiche costrittive che spesso caratterizzano il periodo di evoluzione di una band che cerca di emergere. E ora "Via crucis" è il nuovo disco della band bergamasca Karenina, disco pop-rock, saldamente d'autore e volutamente denso, che esce in vinile (con cd allegato) e in download gratuito, e che i Karenina presenteranno il prossimo 19 luglio nel suggestivo scenario della Casa di Mario di Gandosso (BG), con un live speciale nel quale le canzoni del disco si vestiranno di altre forme artistiche diverse da quelle musicali. Perché del resto non si può presentare in altro modo un concept album che ha coinvolto altre forme d'arte (il teatro e la fotografia in primis, con l'attore Walter Tiraboschi e l'artista visivo Roberto Pesenti), per raccontare di un viaggio dove la partenza e l'arrivo coincidono, mentre nel mezzo s'incontrano i fantasmi di un Paese tormentato e in difficoltà, fantasmi che vengono dal passato ma che meglio dei contemporanei riescono a fare luce su un presente ferito e incerto. "Via crucis" è infatti un disco sviluppato nella cornice di un fatto di cronaca eclatante, che insieme ad altri accadimenti non meno noti forma una dimensione collettiva e identitaria in cui rispecchiarsi: l'Italia è un Paese di sangue e silenzi, travolto dal brusio mediatico di continue tragedie, un rumore bianco che annulla vite, biografie e corpi e lascia un enorme sensazione di smarrimento e voglia di fuggire. Tuttavia la responsabilità di questo decadimento etico non è sempre degli altri, ma di noi singoli individui, travolti sì, ma anche conniventi e deresponsabilizzati, perché "l'Italia è bellissima, ma ci vivono le bestie". E allora è il momento di riprendere consapevolezza di sé, non attendere che la salvezza arrivi, ma cercarla con i propri sforzi ("io prego Dio ma credo più ai suoi limiti / non viviamo nel migliore dei mondi possibili"). Che è proprio quello che i Karenina provano a fare con un disco emozionale e potente, un piccolo grande squarcio di bellezza nei ''mala tempora'' che stiamo attraversando.