recensioni dischi
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PAOLO ZANARDI  "Portami a fare un giro"
   (2005 )

Paolo Zanardi conferma in pieno ciò che sostengo da tempo. Vale a dire che la musica italiana, anche se nessuno se ne accorge, sta vivendo un momento fantastico, di vero fulgore. Quest'inizio millennio ci sta realmente coprendo di nuove proposte validissime. Solo che pochi se ne accorgono. Rispetto alla metà degli anni '70 (quando emersero uno dopo l'altro Dalla, De Gregori, Venditti e compagnia bella), siamo a mio parere davanti ad un sussulto compositivo di ugual fatta, con personaggi che, se adeguatamente valorizzati, potrebbero realmente ribaltare la musica italiana come un calzino. Ora sono cambiate principalmente due cose, rispetto alla succitata rivoluzione anni '70: innanzitutto è ovviamente diverso il linguaggio, ora decisamente improntato al rock (e Zanardi è rock, magari non rock duro, ma perchè dovrebbe esserlo?), e poi è diverso soprattutto il contesto. Negli anni '70 dischi se ne vendevano a pacchi, c'era spazio per tutti, e chi aveva qualcosa da dire poteva finire, quasi da sconosciuto, in testa alle classifiche, segnalando solo a quel punto al mondo intero che c'era un personaggio nuovo, già amato da tante persone, con il quale si doveva fare i conti. Fu questa la storia di De Gregori, ad esempio, amato da un'elite, e portato da questa in testa alle charts con il capolavoro 'Rimmel': solo allora la massa, l'uomo della strada, la massaia di Terni, si accorsero del 'nuovo che avanzava'. Ma ora? In un momento nel quale dischi non se ne vendono, come si fa ad emergere? Bah, mi verrebbe da dire che l'unica soluzione possibile parrebbe internet. Ma temo che la vastità di questo mezzo sia, oltre che la sua forza, anche il suo limite. Quanti veri esordienti sono emersi dalla Rete, scalando le classifiche? Pochissimi, sarete d'accordo con me, e nessuno è poi divenuto un vero numero 1. Pensateci, in testa alle classifiche (italiane o mondiali, non cambia) ci sono gli stessi nomi di qualche anno fa, di quando i dischi si vendevano ancora. Ergo: ora le possibilità di autentico ricambio sono pochissime. E, per assurdo, forse proprio per questo ora ci sono, tutte insieme, tantissime nuove proposte di valore assoluto. Roba, lo dicevo prima, da cambiare davvero la musica italiana. Ora chi glielo spiega a Paolo Zanardi (come agli Incastigo, a Kama, ai Sur) che forse rimarranno dei perfetti sconosciuti? Siete nati nell'epoca sbagliata, ragazzi, ed è davvero un peccato, credetemi. Perchè, ad esempio, Zanardi ha fatto un disco splendido. Questo 'Portami a fare un giro' è praticamente un capolavoro. Con i dovuti 'distinguo', ed accettando l'ovvio cambiamento musicale, questo ragazzo sta al Duemila come Dalla, De Gregori e Venditti stavano agli anni '70. Ha cioè le carte in regola per azzannare la musica italiana, farla a brandelli e sputarla, nuova e rinata. Non mi darò pace fino a quando questo disco sarà conosciuto da tutti. Comincio dagli amici, poi, chissà, forse fermerò anche la gente per strada. Forse non servirà a niente, ma ci devo provare, è mio dovere. (Andrea Rossi)