recensioni dischi
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HYST  "Mantra"
   (2014 )

Hyst è membro storico del collettivo Blue Nox, e tra i rapper più eclettici e poliedrici della scena italiana. Seguendo le orme dei suoi genitori, ha fatto dell'arte una scelta di vita, cimentandosi con successo nel cinema, in tv e a teatro come attore, nell'arte visiva come grafico e regista di videoclip, nella musica come rapper e produttore. Si è fatto conoscere negli anni per il suo flow diretto e colloquiale e per l'attitudine al canto, caratteristica che lo ha da sempre contraddistinto nella scena rap, e che ha spinto il suo collega e amico Ghemon ad inserirlo come voce di supporto nel suo ultimo tour estivo. Il nuovo album di Hyst è il suo personalissimo "Mantra", una potente formula sonora spirituale che può trasformare la coscienza richiamando alla luce la parte più evoluta del "sè", veicolata da un artista capace di essere consapevole e rigido rispetto ai concetti e ai valori che vuole trasmettere, con una eleganza stilistica che non appesantisce l'ascolto accompagnata da una varietà tecnica che non vuole "essere notata". Il lessico di Hyst rifugge dalla seduzione del banale e dalla punchline dall'effetto sicuro, per prediligere l'empatia emotiva con l'ascoltatore. Una presa di posizione radicale per un lavoro profondo, in cui l'artista ha voluto raccontare in modo limpido e onesto il suo intento: rimanere veri, limpidi, reali. Le dodici tracce hanno colori golden age, tra suoni classici e sprazzi di modernità, con interventi più elettronici, abilmente prodotte da Big Joe, Fid Mella, Res Nullius dei Crazeology, Turi, Amon, Gheesa, Dj Dust, Jason Rader, Cava, e in alcuni casi co-prodotte dallo stesso Hyst, affiancato al microfono da nomi di primordine del rap italiano come Kiave, Mistaman e E-Green, Willie Peyote, Musteeno, Jesto. In "Mantra" le due essenze di Hyst si rincorrono e si mischiano alla perfezione, in un equilibrio con cui il rapper italo giapponese gioca e convive da sempre: da una parte la fermezza morale di un orientale, dall'altra l'anima verace e spaccona di Roma. Un po' Yukio Mishima, un po' Franco Califano.