recensioni dischi
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KRIKKA REGGAE  "In viaggio"
   (2014 )

La band jonica Krikka Reggae non è, esattamente, l'ultima arrivata: il loro viaggio, iniziato al principio del nuovo millennio, rasenta ormai i 15 anni, nei quali i ragazzi hanno messo in carniere non solo 3 album (''Da mo’ s’aval'' del 2005, ''Na’ soluzion'' del 2007 e ''Liberati'' del 2011), ma anche e soprattutto un'intensissima attività live, che li ha portati ad ottenere, anno dopo anno, un seguito sempre più numeroso e fedele di fans. Della Krikka non si sono però accorti solo gli amanti della musica in levare, ma pure personaggi di primissimo livello della realtà nazionale e non solo, da Roy Paci ai Sud Sound System, dagli Africa Unite a Mama Marjas e tantissimi altri, che hanno, a vario titolo ed in innumerevoli occasioni, contribuito ad accrescere il percorso della band bernaldese. E' quindi facile immaginare quanta attesa ci fosse per il nuovo disco dell'ensemble lucano, soprattutto da quando si era sparsa la voce che, nel brano di lancio dell'album, i ragazzi avrebbero collaborato con Luca Persico, alias Zulù, dei 99 Posse, autentico monumento della musica tricolore. Ed è proprio dal successo di quel brano (''Crisi'', tra i 30 pezzi indipendenti più trasmessi nelle radio nell'estate 2014, il cui video ha fatto conteggiare decine di migliaia di visualizzazioni online) che ha preso il volo questo nuovo ''In viaggio'', ennesimo centro messo a segno da Manuel ''The Alligator'' Tataranno e compagni, che stavolta uniscono a loro nel percorso, oltre a Zulù e all'ormai consueto Roy Paci, pure il jamaicano Perfect Giddimani, Terron Fabio dei Sud Sound System, il tarantino Fido Guido (autentico eroe della dance hall meridionale), insieme al talento hip hop campano Patto MC ed all'altro jamaicano Fyah George. Per un disco che, va subito detto, non si ferma certo al suddetto brano: vi si trovano infatti 11 pezzi egualmente validi, al punto che tutti potrebbero indifferentemente essere estratti come singoli, partendo dall'ottima ''Lukania'' (musica di Roy Paci), passando per la splendidamente danzereccia title track, per arrivare all'irresistibile ''Memoria storica'', per chi scrive la vetta massima del disco, sia musicalmente che dal punto di vista testuale. E, davanti a tutto, l'album ha considerevolmente allargato gli orizzonti musicali della proposta della band, costituendo un'inedita ''mezcla'' nella quale il nativo reggae si unisce ad ambientazioni digitali, ad un ottimo reggaeton e persino al migliore hip-hop. Un notevole passo in avanti, insomma, per la Krikka, non solo in quanto ad una maggiore varietà musicale, ma anche e soprattutto come spendibilità della proposta, che, forse per la prima volta nell'intensa storia del gruppo, si può stavolta rivolgere anche a chi non è specificatamente avvezzo al reggae nudo e crudo. Nessun tradimento, sia chiaro: la musica in levare resta, e rimarrà per sempre, il territorio nel quale la band bernaldese si muove con più piacere e con maggiori risultati. Ma, in questo nuovo millennio, in cui ogni cosa (non solo nel mondo dell 7 note) è volontariamente ''contaminata'' e resa spuria dall'unione con fattori diversi, e a volte apparentemente distanti, questa nuova ''apertura'' non può che essere benedetta. E, sperabilmente, foriera di grandi risultati. (Andrea Rossi)