recensioni dischi
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DORI GHEZZI  "Mama Dodori"
   (1980 )

E' l’album che dopo tre anni di silenzio Dori Ghezzi ha realizzato per la nuovissima etichetta FADO (abbreviazione di Fabrizio e Dori) creata da De Andrè proprio per produrre al meglio la moglie o artisti come Massimo Bubola e i Tempi Duri nel quale milita il figlio Cristiano. La decisione di creare una nuova etichetta, quindi, non è nata con lo scopo del guadagno facile, anche perché De Andrè è legato dal contratto con la Ricordi. Tant’è vero che la stessa FADO è distribuita dalla Ricordi. Dal 1977 la Ghezzi non incideva più dischi, da quando cioè la famosa coppia Wess e Dori aveva rotto. Lei si era ritirata in Sardegna con Fabrizio De Andrè (al quale ha dato una figlia, Maria Vittoria). Il 27 agosto 1979 il sequestro della coppia durata 177 giorni ed ora la voglia di uscire allo scoperto con un album autobiografico legato a certe esperienze personali. Si rivolge a Popi Minellono per i testi, paroliere di successo e uomo di fiducia di Celentano per il quale, insieme a Cutugno ha scritto l’ultimo album UN PO’ ARTISTA E UN PO’ NO. E poi ad Oscar Prudente e Massimo Bubola. Inutile dire che questo album è completamente differente da tutte le cose cantate finora da questa mini donna nata a Lentate sul Seveso ed entrata nel mondo della canzone a colpi di minigonna e di casatchock per poi passare al periodo matrimonio misto con Wess Johnson. MAMA DODORI è la canzone che più di tutte sente sua: prende in prestito alcune espressioni verbali della figlia e ne scaturisce una canzone molto dolce e molto intimistica. Come prettamente personale è STRINGIMI PIANO STRINGIMI FORTE che in qualche modo ripercorre i giorni del sequestro, di quando la coppia fumava una sigaretta in due non tanto per desiderio di fumare (lei non è una fumatrice) ma perché aiutava a far passare il tempo e a sentirsi più intimi in una situazione che di intimo non aveva niente (stringimi piano stringimi forte, fammi pensare più dolce la sorte... toglimi il peso di questa croce... una mezza sigaretta in una mezza galera). Un'altra canzone interessante è la cover degli Osibisa, gruppo afro inglese dei settanta intitolata MIO SIGNORE (WO YA YA), una preghiera per una richiesta d’amore per tutti gli infelici e per chi sta male. Un testo molto bello di Popi Minellono. Come BUONGIORNO, ritmata a country, dedicata a chi sta bene e a chi sta male, a chi è in pace con se stesso e a chi vorrebbe esserlo. Leggera ma incisiva. O la carinissima IL GATTO in cui una mamma impartisce lezioni di vita a sua figlia che deve andare in città e le raccomanda di non cedere alle tentazioni che in questo caso prendono la forma di un gatto sornione e tentatore. Poi c’è ANNI FA, una serie di flashback di una donna che ricorda gli avvenimenti salienti della sua vita. Il disco ha un buon successo e se lo merita tutto. (Christian Calabrese)