recensioni dischi
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EDUARDO DE CRESCENZO  "Ancora"
   (1981 )

A Sanremo era quasi passato inosservato, forse per via di quel suo viso comune, quegli occhiali a fondo di bottiglia, quelle movenze alla Di Capri e per la non prestanza fisica. Ma quella canzone, ANCORA, scritta dal duo Migliacci e Mattone, piano piano cominciò ad entrare nelle orecchie di tutti, un po' come la voce, bella e particolare dell'interprete. Una canzone nata ad uso e consumo della potenzialità dell'esecutore. Eduardo De Crescenzo aveva già trent'anni ma nasceva solo nel 1977 come prodotto discografico. Una vita nelle orchestrine, nei complessi di quartiere a suonare la fisarmonica e le tastiere. E intanto continuava a studiare da avvocato perché lo zio, uno che con la musica si era fatto una strada, gli aveva detto di non farsi troppe illusioni. Lo zio era Vincenzo De Crescenzo, quello che aveva scritto la famosa LUNA ROSSA e MALINCONICO AUTUNNO, due famosissime canzoni agli albori degli anni cinquanta. Poi un amico convinse Eduardo che, con quella voce che si ritrovava, sarebbe stato sprecato a frequentare i tribunali e così partì per l'avventura verso Roma a conoscere Claudio Mattone, altro napoletano come lui e autore di decine e decine di successi. Bastarono pochi vocalizzi per convincersi che davanti aveva un talento. Subito un disco, tanto per sondare il terreno, forse un po' troppo sperimentale. LA CIARDA (CZARDA), pezzo di fine ottocento della tradizione ungherese, adattato per la sua voce. Non se lo filò nessuno. Poi altre cose, sempre per l'etichetta discografica Ricordi ma non succedeva niente. Fino a quella sera a Sanremo. Dalla era al ristorante con Ron e De Gregori e appena sentito cantare De Crescenzo cercò di mettersi in contatto con Claudio Mattone per dirgli che gli aveva fatto venire i brividi, canzone e cantante. Nel 33 c'è anche una canzone molto carina ed allegra che diverrà negli anni a venire un classico brano da piano bar. E difatti si intitola AL PIANO BAR DI SUSY. Molti la conoscono ma ben pochi riescono a collegarla all'esecutore proprio perché musicalmente strutturata in maniera diversa, con quell'inciso alla Lucio Dalla inizi anni ottanta. (Christian Calabrese)