recensioni dischi
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WHITE HINTERLAND  "Baby"
   (2014 )

Nelle ballate acerbe, ma succose, del primo progetto denominato Wind-Up Canary, e in quelle inedite a nome Vessel, la “cantautrice” e pianista americana Casey Dienel aveva già messo in mostra le sue credenziali dal ricco patrimonio lirico. Scelto lo pseudonimo di White Hinterland, l'artista ha affinato le sue strategie aggregando piano, soul ed elettronica con solide strutture ritmiche e melodiche, che evocano sia il candore soul di Carole King che la forza magnetica di Fiona Apple e Tori Amos. I toni insidiosi e perniciosi della sua splendida voce restano il marchio di fabbrica più evidente della sua musica, ma il sound si è fatto più robusto e complesso: fiati e breakbeat ormai infettano il lirismo dell’autrice e il canto si è leggermente modificato verso toni più grezzi e grevi, concentrando energia e dolcezza in una tecnica vocale che distorce dizione e pronuncia per asservire le parole a uno stile che mette insieme jazz, soul e samplers elettronici. Avventuroso e mai prevedibile, il suo ultimo album “Baby” offre enigmatiche e oscure ballad dai frangenti psichedelici e quasi orgiastici. Pur maneggiando diversi elementi, Casey Dienel regge sempre le fila delle sue creazioni con intensità e atmosfera. Un album corrosivo e mai remissivo, che segna un altro passo avanti per Casey Dienel, avventuroso e ricco di promesse, per un futuro che appare ancor più luminoso.