recensioni dischi
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ANTINOMIA  "Mantra"
   (2014 )

''Mantra'' è il nuovo lavoro degli Antinomia, registrato e prodotto da Madaski (Africa Unite) e mixato da Mauro Tavella (Linea 77, Litfiba, Africa Unite) e Simone Squillario. L’album arriva a due anni di distanza dal sorprendente esordio che ha visto gli Antinomia vincere, con il primo lavoro “Illusioni ottiche”, il contest per giovani band emergenti, promosso dagli storici Litfiba e da Virgin Radio, che li ha portati ad esibirsi su prestigiosi palchi italiani. Ricordiamo lo straordinario concerto allo stadio Franchi di Firenze, insieme agli stessi Litfiba. Già dal primo ascolto si evince un marcato progresso tecnico e stilistico che la band ha raggiunto con “Mantra”, grazie soprattutto alle molteplici esperienze artistiche, collezionate in questi anni, ed alla cura dei suoni apportata da Madaski. Secondo capitolo di una trilogia dedicata all’uomo ed alla natura della sua psiche, non del tutto esplorata e determinata, “Mantra” si compone di undici tracce inedite attraverso le quali gli Antinomia lanciano un messaggio di speranza. L’urlo di una generazione annichilita che esige con forza un riscatto, e con grande lucidità e determinazione definisce il proprio percorso, intriso di trappole e ostacoli che tendono a relegare il genere umano entro un’omologazione disumana e alienante. “Mantra” si contraddistingue per una marcata presenza, nei brani, di tastiere ed elettronica, che ben si sposano con il desiderio di contaminazione del suono che la band ha voluto sperimentare in questo nuovo lavoro, perfettamente bilanciato dalla presenza di possenti chitarre che lasciano libero sfogo alla sezione ritmica di basso e batteria senza mai perdere di vista il ruolo della melodia, degli arrangiamenti e delle ambientazioni. ''Il sognatore'' è il brano apripista dell’album, nonché primo singolo, che ospita nei cori un cameo di Madaski: un classic rock con venature elettroniche ed un ritmo incalzante. La seconda traccia ''Carica punta fuoco'' è un brano graffiante, a metà tra il blues rock e le contaminazioni new wave; ''Inutile'' invece trae ispirazione dalle contaminazioni rock anni ’70, con un inciso di elettronica intervallato da un ritornello gotico e malinconico. ''Jupiter'', che sembra arrivare da un futuro non troppo lontano, sarebbe la colonna sonora perfetta per uno dei film fantascientifici di Rod Serling; una ballata rock elettronica è invece ''Flashback'', dedicata alla memoria di Domenico Savant, giovane ingegnere canavesano (e compagno di scuola del cantante) morto suicida lo scorso anno (aveva appena 26 anni). ''Mantra'', title track dell’album, è un’invocazione in piena regola alla “dea” protettrice delle anime, su uno sfondo rock adrenalinico contaminato da sonorità orientali. Un brano che oscilla tra la melodia aperta e sognante dei ritornelli e l’acidità metal delle strofe e degli incisi è, invece, ''Senza rancore''; l’ottava traccia ''L’universo'' è, viceversa, una ballad intimista che rende omaggio al brano “Univers” dei Litfiba. Rock allo stato puro lo si trova nella traccia nove ''Elettroshock''; ''Una nuova era'' è, invece, un brano rock con sfumature hard-core melodiche che si alternano a sonorità ambient e orientaleggianti. Infine, l'album “Mantra” termina con ''Exstasi'', traccia che pone in essere un gioco strumentale a tratti statico a tratti dinamico. Una ripetizione ostinata della metrica unita allo sfogo creativo delle chitarre e al suono ipnotico del flauto indiano fa sì che questo brano rappresenti idealmente la fuga dalla razionalità ed il raggiungimento del benessere interiore tanto bramato e mai sopito nello spirito del viaggiatore errante. Un lavoro pungente, insomma, questo ''Mantra'', frutto e fotografia di questi due anni trascorsi dall’esordio che hanno notevolmente arricchito il bagaglio artistico della band piemontese e, al contempo, hanno contribuito a tenere alta la bandiera del rock italiano delle nuove leve.