recensioni dischi
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ARCANE OF SOULS  "Ceneré"
   (2015 )

“Ceneré” è il nuovo lavoro degli Arcane of Souls, anagramma dietro il quale si nasconde la figura di Alfonso Surace, songwriter calabrese d'origine già al lavoro con i Torquemada e i Sakee Sed. nonché una delle ultime scoperte della fervida scena musicale bergamasca. Un cantautore decisamente verace, che ama realizzare in rigorosa autoproduzione i propri dischi e tutto quello che ruota intorno ad essi (foto, video, etc.) con l'aiuto di qualche amico e di qualche alunno (nella vita Alfonso è insegnante d'informatica, oltre che padre) e che al blues, al rock e in generale a tutte le sonorità più roots deve la propria linfa musicale. “Ceneré” - che sarà disponibile dal 7 aprile e sarà presentato live il 10 aprile al Druso Circus di Bergamo - viene anticipato dal lyric-video “Gennaro”, disponibile su YouTube (http://youtu.be/P2RXIijMUaM), storia di un alunno che vive la sua adolescenza sperimentando come nella vita "tutto può succedere", e che quando le avversità ci colpiscono non si può fare altro che reagire con coraggio e volontà, ma sempre con la consapevolezza che “a volte serve piangere”. Un brano che, coi suoi cori sixties e una lap steel tipicamente harrisoniana, rappresenta al meglio l'impronta sonora e lo spirito di un disco in cui a contare sono essenzialmente le canzoni, debitrici delle cose migliori del nostro cantautorato meno abbottonato; brani cantati a voce ruvida e spiegata, che colgono l’emozione di frammenti di vita del loro l’autore nella sua esistenza di padre-insegnante-artista. E' questa infatti la “Ceneré” a cui si riferisce il titolo, quel (poco) tempo creativo che ogni musicista indipendente non professionista riesce a ritagliarsi nella quotidianità di ogni giorno. Per questi motivi “Ceneré” è un disco registrato fra le quattro mura di casa, nei ritagli di tempo, e suonato per la maggior parte da Alfonso, che ha voluto mantenere un approccio il più possibile lo-fi per preservare il primal scream di ogni pezzo ed esaltare quell'impeto dettato dall’esigenza di esternare emozioni vere. Le canzoni del secondo lavoro di Arcane of Souls sono infatti decisamente “lunatiche”: dunque sanguinano quando soffrono, si illuminano quando sorridono e lo fanno davvero, senza sconti. Con un'urgenza e sincerità d'intenti che è raro trovare e che si esprime con tracce nelle quali il blues incontra il pop e lascia spazio a violini, tabla, fuzz, ritmiche funk o in levare, fiati, percussioni africane e molto altro. Il tutto a disegnare un lavoro vero come la carne viva, e vibrante come tutte le musiche che sono soul nell'indole, al di là di ogni genere e di ogni appartenenza.