recensioni dischi
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MALDESTRO  "Non trovo le parole"
   (2015 )

Maldestro, nome d’arte di Antonio Prestieri, ha trenta anni, è napoletano, scrive, canta e suona le sue canzoni. “Non trovo le parole”, suo esordio discografico, contiene versi che, pur sviluppandosi nella forma tipica della ballata, raccontano l'amore, la rabbia, la speranza, il disagio e la disperata voglia di vivere di un giovane poeta dei nostri tempi. Maldestro è stato il cantautore rivelazione del 2013 con il brano “Sopra il tetto del Comune”, storia di un operaio licenziato che cerca soluzione ai suoi problemi arrampicandosi sul municipio. La canzone, inviata quasi per scommessa ai più importanti Premi musicali italiani, ne ha fatto man bassa (Premio Ciampi, Premio De André, SIAE, AFI e Musicultura 2014). Maldestro si avvicina al pianoforte a nove anni, lasciato poi per approfondire gli studi di teatro. Ma la musica è una passione che gli rinasce, come sfogo di una creatività effervescente e come contrapposizione ad una vita non proprio pianeggiante. Imbraccia la chitarra e libera le proprie liriche, di una profondità e di una poesia rare in una generazione cresciuta a suon di talent show, di cui egli è l'esatto contrario; tanto la superficialità e l’estetica prevalgono nei primi, tanto il messaggio, la concretezza, la visione lucida ma piena di vita sono il cuore della sua musica. “Io sono nato qui, Dove chi passa stringe i pugni e taglia corto, Dove lo Stato passa solo se c’è un morto, Dove la musica non esce da una viola, Ma dal tamburo freddo di una pistola” (Da “Io sono nato qui”). E di concretezza Maldestro ne ha dovuta mettere – molta - in campo da subito, nella sua vita. Come è noto ormai, il suo cognome è uno di quelli di cui o ci si vanta o vi si sfugge. Nato a Scampia, figlio dell’ex boss Tommaso Prestieri, grazie alla madre vi si allontana. E proprio a quest'ultima sono dedicate parole bellissime con la poesia “Occhi di madre”, presente nel booklet del disco (“Ti ho preso la mano, occhi di madre, quando la mia era minuta e di piuma…”). Mantiene il suo cognome, pur avendo ripudiato l'appartenenza a quel mondo. Di tutto ciò parla, in maniera esaustiva e definitiva, in un documentario che la BBC ha realizzato nel 2011 e che ha fatto il giro del mondo (http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-14105576). Da anni Maldestro è impegnato sui temi della legalità e della sensibilizzazione dei giovani, sull’importanza della cultura come fulcro su cui lavorare per sconfiggere la criminalità organizzata. Incarna uno degli esempi più importanti di come, pur nascendo in contesti sociali estremamente difficili, sia possibile liberarsi dalle catene del destino scritto, del crimine come unica via percorribile.