recensioni dischi
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ASHPIPE  "Ancorati"
   (2015 )

Il primo album degli Ashpipe, risalente a due anni fa, aveva già detto tantissimo di loro. Per chi già li conoscesse, “Ancorati” può esser solo una conferma, sicuramente piacevole. I piemontesi hanno continuato a proporre il loro sound e hanno scritto testi tenendo fede a uno stile che era già emerso con il loro precedente lavoro. Gli intermezzi folk e le ritmiche ska poggiano su una solida base che si muove fra punk e hardcore, i testi sono politicizzati, ma offrono uno spaccato sul mondo attuale, con un occhio di riguardo per quello politico. Gli Ashpipe cantano il dramma dei giovani e criticano i poteri forti dal loro personale punto di vista: condivisibile o no, la band ha il merito di aver sostenuto sempre certe idee con coraggio, con la consapevolezza che questo essere schietti abbia, comunque, delle conseguenze importanti. Che l’ascoltatore sia in sintonia o meno con la visione della band, è corretto sottolineare come, in ogni caso, alcune riflessioni e alcune analisi risultino essere perfettamente aderenti alla realtà, senza distorsioni di stampo ideologico: “Tuttacolpadeicomunisti” è un esempio perfetto di tutto ciò, il titolo non inganni. “Trema Cuba” è una bella esortazione a tenere sempre e comunque la schiena dritta, a lottare e resistere, evitando un atteggiamento di colpevole passività: si tratta di uno dei momenti migliori del disco. Particolarmente interessante è il modo con cui gli Ashpipe hanno riabilitato la figura di Nerone, tendenzialmente dipinto come il tiranno folle che scelse deliberatamente di dare alle fiamme la Città Eterna. In “Nero Sum” (pezzo cantato interamente in latino), gli Ashpipe attribuiscono all’imperatore solo la colpa d’esser stato un amante degli spettacoli e della bella vita, ricordando, in un certo senso, anche il quinquennio in cui Nerone seppe dimostrarsi molto capace. Nel disco convivono tre lingue, generi musicali anche lontani fra loro e testi molto acuti: l’unica pecca risiede forse nel fatto che, in alcuni passaggi, il disco sembra un po’ ripetersi, ma, a ben vedere, questo non grava sul bilancio totale di un disco che, sotto tutti i punti di vista, risulta sicuramente ben fatto. (Piergiuseppe Lippolis)