recensioni dischi
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OPEN ZOE  "Pareti nude"
   (2015 )

Dopo quasi vent’anni dal loro primo incontro, Dionisia, Enrico, Ettore e Lele hanno trovato la loro strada definitiva, mettendo a punto il progetto Open Zoe. La prima produzione della band (sulla carta, questo è infatti un debutto) si chiama “Pareti Nude”, frutto di un anno e mezzo di lavoro. Accanto a basi pop rock molto dinamiche, sono rinvenibili elementi di elettronica grazie all’uso del sintetizzatore. Non viene mai tracciata una linea di demarcazione netta fra le varie parti: sebbene per tale ragione il disco suoni molto moderno, è anche vero che sono presenti atmosfere e soluzioni che guardano alla new wave del passato. Vengono in mente gli Smiths e i Joy Division su tutti, mentre, guardando un po’ ai giorni nostri, il legame più forte sembra instaurarsi coi Baustelle di “La Moda Del Lento”. Coi Baustelle, però, ci sono anche alcune analogie per quanto concerne lo stile della scrittura: entrambe le band prediligono quello più diretto, tagliente, a tratti malinconico. L’esperienza “Pareti Nude” è introdotta da “Corde”: il pezzo è uno dei migliori fra gli undici che compongono l’album, non poteva esserci un modo migliore per aprire. Ma sono ottimi pezzi anche “Cara”, brano che esprime un po’ quella tensione verso le suggestioni vintage di cui sopra, e “Caos”, in cui la grande voce di Dionisia riesce probabilmente a esprimersi al meglio delle sue potenzialità. A fronte di un’impostazione abbastanza classica in termini di forma-canzone, “Pareti Nude” è un disco positivo per l’armonia che lo investe dall’inizio alla fine e per il continuo balletto fra passato e presente, mai eccessivo, mai spigoloso. (Piergiuseppe Lippolis)