recensioni dischi
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VAN CLEEF CONTINENTAL  "Unda maris"
   (2015 )

Nascono nella seconda metà degli anni '00, suonano un po' ovunque prima e dopo il loro debutto discografico, "RED SISTERS", che esce nel 2008 negli USA per l'indipendente Steam Machine Records e in Italia per CasaMolloy/Audioglobe l'anno seguente. Disco di desert rock "scuro", solido e ben recensito su riviste specializzate (tutte) e di grande diffusione (MAX), che ha però la pecca di essere stato inciso da diverse formazioni, in diversi momenti e di non essere quindi rappresentativo delle performance live del quartetto, intrise di fuzz, assalti sonori ''kyussiani'', e lunghi trip psichedelici. Aggiustamenti di formazione, e una pausa dovuta all'uscita del primo disco solista del cantante e chitarrista Andrea Van Cleef (''SUNDOG'', presentato in una tournée di 45 date tra Italia e Germania), regalano il giusto tempo di "cottura" per la messa a punto della vera identità della band, che si manifesta nel 2014 con il nuovo EP, "Cleefhangers", composto da 4 canzoni in cui si alternano varie e diverse identità del suono VCC. Nel corso del 2014, inoltre, Andrea entra a far parte stabilmente della band di Vic Du Monte, alias Chris Cockrell, primo bassista dei leggendari Kyuss. La componente desertica del sound della mitica band californiana arricchisce dunque ancor di più lo spettro sonoro della band, che ritorna in grande stile con "UNDA MARIS", titolo che richiama un antico registro di organo usato fin dal XVIII secolo (un antenato del chorus e del phaser), disco in uscita il 4 MAGGIO 2015 per l'etichetta bergamasca Goddess Recordings, distribuita da AUDIOGLOBE. Titolo in latino per un disco dall'anima europea. Il genere infatti è quello stoner rock psichedelico che, originatosi nel deserto della California del sud negli anni '90 del grunge (Kyuss i maestri riconosciuti), è diventato il genere di punta del rock underground di tutta l'Europa. Una commistione di psichedelia pinkfloydiana, ritmiche alla Black Sabbath e veloci brani quasi post-hardcore. 7 brani che si dividono fra gli assalti alla Kyuss/Fu Manchu di ''Spain'' e ''Monte Altissimo'', la psichedelia heavy di ''Muad'Dib'', e la ballata conclusiva, la psichedelicissima "The Old World". 7 brani registrati in presa diretta, con pochissime sovraincisioni, in due sessioni: la prima, invernale, in un fienile ristrutturato in Valsabbia, nella provincia di Brescia; la seconda, estiva, all'interno della Latteria Molloy, celebre locale bresciano chiuso per riposo stagionale. 7 brani che non lasciano più dubbi sull'inserimento della band nel fiorente filone heavy-psych di stampo europeo: la band ritornerà ad esibirsi tra Germania, Svizzera e Francia a fine anno.