recensioni dischi
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CARAVANSERAI  "Feral"
   (2015 )

In Italia abbiamo tutto, anche la buona musica moderna, il problema è "l'orecchio italiano", a volte non abituato a ciò che non è dichiaratamente ''mainstream''. Detto questo, la prima traccia dell'album in questione, "Echoes from the theatre", indica una direzione sbagliata di quanto sta per accadere: non siamo di fronte ad un album di un'orchestra sinfonica, bensì a ''FERAL'' dei Caravanserai, primo loro album pubblicato in maniera ufficiale e per conto di "Garage Records", dopo un paio di dischi autoprodotti. Il genere è rock, ma per rimanere fedeli alle critiche generali, e soprattutto alla loro autodescrizione, possiamo definirli "tropicali". E, si sa, ai tropici fa davvero caldo: non a caso sulla copertina compare proprio una fenice, maestosa creatura focosa. Sarà proprio lei a dar calore ai brani di questi ragazzi, che in undici tracce riescono a tenere compagnia con maestria ed a far scorrere piacevolmente il tempo. A leggere i titoli, sembrerebbe di essere di fronte al risultato di un viaggio (vedi ''Walkaround'', ''Beirut'', ''Paris Again''), ed i Caravanserai riescono a farti partire, a farti immergere nel loro sound, davvero particolare e finora inedito, soprattutto da parte di una band italiana. L'ultima traccia (''Castaways'') ha dell'incredibile: per il primo minuto ci si trova di fronte ad un'ambientazione da ''medioevo del 2000'', poi il brano diviene tutto un miscelarsi di suoni e strumenti. Molto forte la presenza di violini (come in tutto l'album), ma da metà episodio si possono ascoltare degli effetti "magici", ed una voce che (al minuto 4,52) risuona come un urlo di guerra: ''We are castaways!''... Ebbene, signori, questo è ''FERAL'' dei CARAVANSERAI. (Jennix Procida)