recensioni dischi
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AMYCANBE  "Wolf"
   (2015 )

Gli Amycanbe pubblicano nella primavera 2015 il nuovo album "FLOW"... oops, intendevo dire "WOLF". In effetti non è un caso che la copertina lasci il dubbio del doppio senso; questo è effettivamente un album da poter ascoltare sotto un duplice aspetto. C'è il lato affascinante, dal suono nobile e innovativo, che rappresenta il "lupo", e c'è il lato malinconico, quello che lascia pensierosi, dettato da effetti artificiosi, che rappresenta il "flow". Ma cos'è quindi il "flow" di quest'album? Tradotto in italiano, significa ''flusso'', ed a guardare il paesaggio da fiordo in copertina scende quasi la malinconia nell'immaginarsi soli, innanzi ad una bellezza naturale del genere, a riflettere sulla vita trascorsa, seguendo un flusso che non possiamo arrestare, proprio come la musica di questo disco che è ricca di lavoro in background, anche se pochi, magari, potranno rendersi conto. La scelta stilistica del suono, gli arrangiamenti, lo studio dei dettagli sonori, sono tutte cose che si possono riscontrare solo con un ascolto attento. Voce quanto più idonea alle ambientazioni create, quella di Francesca Amati. Tra i brani pronti per essere più amati dal pubblico c'è "Wolves", un misto di dolcezza e grinta: le percussioni sembrano sfogare rabbia interna, e poi il pianoforte le abbraccia per consolarle. Insomma, il continuo alternarsi della doppia faccia si fa sentire, un po' meno la chitarra che è usata maggiormente come effetto di background. Gli Amycanbe sono un gruppo già abbastanza affermato, attivo da 10 anni e giunto con questo CD alla quinta prova (comprendendo anche gli EP ''Yellow Suit'' del 2006 e ''The World is Round'' del 2011), dopo aver aperto concerti di grandi personaggi come Skin; ma forse è giunto il momento per testare il loro genere in italiano, siccome il mercato internazionale è, ahimé, colmo di gruppi alternative come loro. Ed è un peccato, perché classe e bravura ci sono, eccome. (Jennix Procida)