recensioni dischi
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3CHEVEDONOILRE  "Un uomo perbene"
   (2015 )

Le canzoni che compongono il secondo album dei 3chevedonoilrE, dal titolo “Un uomo perbene”, sono state composte in fasi molto diverse: in particolare, alcune derivano dal materiale del precedente disco, mentre poco più della metà è stato composto insieme all’ex chitarrista Carlo Fadini, che ha lasciato il gruppo nel febbraio del 2014, sostituito poi da Luca Balestrieri. La band è poi completata da Zappis (voce, tastiere e percussioni), Mr Falda (basso e voci) e Martella (batteria). La “forma canzone” si riconferma il veicolo musicale privilegiato dal gruppo romano, mentre lo sforzo a rendere i testi sempre più chiari ha tracciato i concetti in ritratti di vita quotidiana, con discorsi narrati da protagonisti che diventano attori di piccole ironiche pantomime. Esiste un tema ricorrente, quello della “responsabilità individuale” e dei danni che vengono causati quando nessuno ha più il coraggio di prendersela o, peggio ancora, quando non ci si rende conto che le nostre azioni egoiste possono diventare un esempio sbagliato per gli altri che ci osservano. Ogni canzone descrive situazioni in cui gli effetti delle proprie scelte si riflettono nelle responsabilità che abbiamo tutti nei confronti di tutti, nella mancata partecipazione alla cultura politica (“Hanno Arrestato Simona”, “Nella Testa Mi Gira Un Tassì”), nell’accettare le prepotenze dei nostri compagni (“Enzo”, “Scende La Mia Mano Sulla Tua Mano”), nel proteggere solamente i nostri interessi (“Per Arrivare a 6”, “Non Voglio Avere Figli”), nell’accusare gli altri delle nostre debolezze (“Largo Al Giovane”), e nel sentirsi definitivamente abbandonati e desiderosi di riscatto (“Dario”, “Sacra Immagine” e “Lascia Andare”). Nonostante possa esserci stato tramandato il contrario, diventare un “uomo perbene” agli occhi degli altri non dovrebbe rappresentare mai una priorità per chiunque voglia sviluppare il coraggio di essere autentico. Un misto tra il cantautorato storico italiano e la potenza del rock più ricercato d'oltremanica, il tutto con un attitudine punk ed un sarcasmo molto poco qualunquista e convenzionale. Potrebbero piacere ai fan del Teatro degli Orrori, come a quelli di Rino Gaetano e Gaber. Gusti particolari, insomma. (Luca Bussoletti)