recensioni dischi
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ALESSIA LUCHE  "Talent show"
   (2015 )

Qualche mese fa, con il lancio di “Amori Imperfetti”, la giovane artista brianzola Alessia Luche aveva dichiarato al mondo il suo talento. Ma è arrivato il tempo per un primo disco, “Talent Show”, che include dieci tracce, tutte cantate in italiano, fatta eccezione per una cover, in cui confluiscono parecchi generi diversi e i raffinati gusti di un’artista che con la musica vive sin da quand’era piccola, esattamente ciò di cui parla in “Io Vivo Nella Musica”. “Talent Show” è un lavoro che, in maniera molto semplicistica, potrebbe esser definito pop. In realtà è qualcosa in cui sono coniugati in grande stile jazz e soul, ma anche ritmi funky digitali che guardano al di là dell’Atlantico. Sicuramente non è un disco per tutti, lontano da qualunque velleità commerciale, ma denso di arte, sperimentazione e talento. È un lavoro che i palati fini della musica sapranno apprezzare senza difficoltà. In tutto ciò, comunque, non manca una certa cura anche ai testi, a partire da “Trasformazioni Di Me”, una sorta di dichiarazione d’intenti su quello che Alessia Luche vuole sia un suo personale modo di fare musica e, per estensione, di vivere. “Amsterdam” colpisce per la sensibilità che viene messa in campo quando si parla della storia di una prostituta colta nel suo lato più umano, con uno sguardo attento a quella che è la sua vita al di fuori di quel mondo. Molto riuscite anche “La Gioventù delle Idee”, in cui la giovinezza è descritta come uno stato mentale, e “At Last”, unica cover del lotto del classico del jazz lanciato da Etta James. Quello di Alessia Luche è un lavoro sicuramente interessante, figlio del grande talento dell’artista lombarda e della forte tensione per una sperimentazione originale e intelligente, sicuramente unica nel suo genere in Italia. (Piergiuseppe Lippolis)