recensioni dischi
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MASSIMO BUBOLA  "Quel lungo treno"
   (2005 )

In un periodo dove molti cantautori anche storici continuano a corteggiare l’ispirazione senza mai riuscire a a conquistarla, Massimo Bubola fa crescere il suo miracolo: non fotocopiare se stesso e migliorare invecchiando, come il vino di cui è perfetto conoscitore. Opera a tema, nel novantesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale. Dopo aver raccolto a ombrello tradizioni a lui vicine come gusto e sensibilità (napoletana, celtica, blues, country, nordamericana), ora muove la sua torre sulla scacchiera del Veneto, che è per lui culla e nido. Cinque traditionals che, spogliati della retorica che è tipica dei cori e delle bande, diventano gioielli atipici e sorprendenti. Accanto ad essi, sei composizioni originali di Bubola, ispirate e toccanti. Svettano “Nostra Signora Fortuna” (una preghiera) e “Puoi uccidermi”, indiscutibilmente il picco lirico dell’album impreziosito dal tin whistle, ma sono la coesione e la tensione (che non si scioglie mai, come in un film d’autore) a fare grande questo concept album che sarebbe delittuoso e sciocco non ascoltare. (Massimo Cotto)