recensioni dischi
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ENRICO NEGRO  "La memoria dell'acqua"
   (2015 )

"La preziosa ricerca solistica di Enrico Negro sulla chitarra acustica con corde metalliche mira ad accomunare, in un linguaggio unitario, il fondamentale lavoro di rielaborazione di arie e danze della tradizione popolare dell’arco alpino con le musiche antiche del periodo tra Rinascimento e Barocco, alcune composizioni di autori italiani moderni e contemporanei e, infine, le proprie composizioni originali". La firma prestigiosa di Andrea Carpi introduce alla perfezione l'orizzonte culturale, artistico e musicale di Enrico Negro, autore di ''La memoria dell'acqua'', secondo titolo del catalogo Solitunes Records. Dopo il "contrabbasso solo" di Stefano Risso, un album per chitarra acustica fingerstyle, realizzato in preziosa solitudine di fronte ai microfoni, senza alcun tipo di effetto o interventi. Fondatore del Vivaldi Guitar Trio e dell’Ensemble Sinigaglia, chitarrista tra i più attivi in studio e dal vivo in Europa, Enrico Negro è una figura legata allo studio, alla divulgazione e all'interpretazione della musica tradizionale piemontese, occitana e mediterranea. Ha collaborato con numerosi gruppi italiani e stranieri tra i quali Tendachënt, Charta de Mar, Compagnons Roulants, Edaq e la Grande Orchestre des Alpes, e con musicisti del calibro di Maurizio Martinotti, Renat Sette, Paul James, Jean Blanchard e Lucilla Galeazzi. Nel 2005 debutta come solista con ''Rosso Rubino'', dieci anni dopo è la volta di ''La Memoria dell'acqua'': "E' un album in cui sono davvero "da solo", mentre in ''Rosso Rubino'' molti amici avevano offerto la loro collaborazione. Inoltre è un disco introspettivo, a tratti autobiografico, che ripercorre un mio sentire e alcuni momenti salienti della mia vita negli ultimi anni. Infine è interamente strumentale: solo io e la chitarra". Il grande amore per il maestro John Renbourn sullo sfondo, al centro dodici brani di varia estrazione: composizioni originali, pezzi della tradizione popolare, rivisitazioni di De André e Monteverdi, omaggi a De Falla. E il filo conduttore del ricordo e del presente: "Mi ritrovo perfettamente nel concetto di circolarità del ricordo... I ricordi tornano e ci aiutano a prendere le "misure" rispetto al presente. La memoria ci insegna a modificare i nostri comportamenti, a cambiare anche idea quando necessario. Ho un enorme rispetto della musica tradizionale e della sua essenza, credo che renderla in chiave attuale non significhi stravolgerne i contenuti ma, casomai, rivestirla con suoni e colori contemporanei, mantenendone intatto lo spirito. Questo è sempre stato un punto cardine del mio approccio al repertorio tradizionale".