recensioni dischi
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MIDAS FALL  "The menagerie inside"
   (2015 )

A due anni dal loro EP di debutto, i Midas Fall, giovane quartetto britannico d’estrazione scozzese, sono tornati in studio col grande Ed Brooks per registrare in presa diretta il loro nuovo lavoro, pubblicato all’inizio di settembre. Il sound proposto dalla band è di difficile catalogazione: si tratta di atmosfere cangianti, di echi e riflessi che non permettono di limitare il discorso a un solo genere. “The Menagerie Inside” è figlio del tentativo della band di produrre un qualcosa che somigliasse tanto a un live e che cercasse di carpirne quanto più possibile tutti i tratti fondamentali. La malinconia e l’oscurità pervadono un disco post rock infarcito d’elettronica, di visibili venature shoegaze e di momenti tutti strumentali che fanno capolino al prog. A rinforzare un’attitudine goth c’è la superba voce di Elizabeth Heaton, fondamentale in “The Menagerie Inside”. Tutto ciò produce suggestioni forti: l’ascoltatore è catapultato all’interno di un mondo buio e dominato da un che di misterioso che non trova spiegazioni, dal quale si possono osservare le stelle in un angolo di cielo. Il nuovo lavoro dei Midas Fall è senza dubbio molto ispirato e prodotto in maniera praticamente impeccabile. L’impatto ambient è inevitabile ed è un disco che si presta a numerose modalità di ascolto oltre ad esser adatto a diverse circostanze. Il viaggio introspettivo che i Midas Fall hanno voluto chiamare “The Menagerie Inside” è quindi un disco possente, completo e ricco, ma che avrebbe potuto avere un valore ancor più alto se la durata fosse stata un pizzico ridotta. (Piergiuseppe Lippolis)