recensioni dischi
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JANGY LEEON E TRUMAN SIMBIO   "Stato brado"
   (2015 )

C’è una bella storia di amicizia dietro questo disco: amici fin da adolescenti, i rapper milanesi Jangy Leeon e Truman Simbio si sono persi di vista proprio nel momento in cui stavano per dare forma ai primi brani scritti insieme, per i problemi psichiatrici del secondo. Dopo più di dieci anni si sono rivisti, riappacificati, ed hanno deciso di dare finalmente vita ad un album in cui Jangy Leeon, oltre a rappare, si è occupato della parte pratica (produzione esecutiva, artistica ecc) per lasciare all’amico ritrovato, a volte ancora affetto da alcuni disturbi mentali, la libertà di esprimere tutto il suo talento di rapper provocatorio, diretto e libero che, fino ad oggi, era patrimonio di pochi adepti (compresi Fedez ed Emis Killa, si vocifera…). “Stato brado” è un disco di rap underground, a tratti ruvido e politicamente scorretto, che piacerà ai seguaci dell’hip hop puro, soprattutto quelli che pensano che il rap non può essere pop ma deve mantenere una credibilità non solo di contenuti ma anche sonora. C’è il sapore della cosiddetta “golden age” dell’hip hop in alcune basi, ma in ogni caso il risultato finale è rap moderno. I produttori musicali delle strumentali sono Wego FTS, Weirdo e Res Nullius dei Crazeology, Nero e Low Kidd. “Anormal”, oltre ad essere il primo singolo, è un po’ il manifesto del disco, visto che, oltre alla base classica, i due si mettono in gioco “senza usare mezzi termini” (come dice un verso) con due stili differenti che ben si combinano: se Leeon si affanna volontariamente, Truman scandisce ogni singola parola. Di certo il rap dei due artisti non è adatto alla massa, educata da decenni a tutt’altri suoni e contenuti, ma queste produzioni sotterranee, indipendenti, sono proprio quelle più gradite alla nicchia che non ama il mainstream e tiene in vita il genere. L’etichetta è la Mad Soul Music, la stessa gestita dal gruppo di Jangy Leeon, i Mad Soul Legacy. (Luca Bussoletti)