recensioni dischi
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DELTABEAT  "Deltabeat"
   (2015 )

Che nelle Marche stiano succedendo tante cose belle a livello musicale ormai è cosa nota. La scena musicale marchigiana è sempre più ricca, e i Deltabeat, band esordiente proveniente da Ancona, non fanno altro che confermare questa tendenza. Il progetto è molto giovane: pezzi tutti strumentali, attitudine metal, sound corposo e ricco di sfumature. Il primo disco è un prodotto dal titolo omonimo di tredici tracce in cui emerge un po’ d’influenza Primus, oltre a strutture quasi da musica classica. Ad impressionare è la cura per gli arrangiamenti, dovuta anche alla straordinaria tecnica dei membri della band, fra cui figurano due bassisti (con ruoli complementari, data la diversità dei timbri), una chitarra e una batteria. Il bagaglio artistico dei quattro è molto diverso ed anche questo si sente bene in “Deltabeat”: è percepibile, infatti, la confluenza di un numero pressoché infinito di elementi diversi, che si conciliano in un sound fatto di cavalcate ed evoluzioni, frequenti cambi di ritmo e di intensità. Le sonorità prodotte sono a dir poco incatalogabili (in certi casi è superfluo): sporadicamente, s’odono anche sax e strumenti elettronici. I Deltabeat iniziano la carriera col botto e col piglio di chi sa benissimo qual è la strada da seguire. Non sbagliano nulla e regalano ben tredici pezzi molto evocativi e complessi sul piano tecnico ma prodotti in maniera eccellente. (Piergiuseppe Lippolis)