recensioni dischi
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BAN-OFF  "Under the gun "
   (2015 )

Crudo e affilato. Il suono dei Ban-Off è merce rara. Punk feroce, sincero e genuino, che alimenta un’intelligenza melodica non proprio comune, è questa la grande sfida vinta dal quartetto teramano: restare coerenti alla propria filosofia ed essere comunque accattivanti dal primo ascolto. Pubblicato su cassetta in tiratura limitata, ''Under The Gun'' si apre con ''Wasting Time'', che inizia velocemente a graffiare l’ascoltatore con un ritmo sostenutissimo. Un minuto e cinquanta di cazzotti in faccia. In ''Get Out This Town'' ogni cosa è giusta, nel giusto posto e nei giusti momenti, compreso l’incendiario assolo di chitarra nel finale. ''Revenge Night'' è tanto spietata quanto orecchiabile; una voce che chiede vendetta si lascia ascoltare e ricordare per l’intensità dell’esecuzione, un brano che se fosse nato in terra d’Albione staremmo tutti ad ammirare ed invidiare. ''Told Lies'' sembra aprirsi sulla falsariga dei primi lavori degli Stokes, per trasformarsi poi in un disperato grido rabbioso che trova consolazione sulle strofe, in una sorta di meccanismo di andirivieni, dalla terra all’inferno e ritorno. ''Set Me Free'' spinge dal primo secondo, mantenendo alta la tensione anche nei momenti di “respiro”. ''Midnite Radio'', brano che chiude il lavoro, ci conduce verso atmosfere affascinanti e rarefatte con un bellissimo utilizzo del ride da parte della batteria per poi chiudersi in un rabbioso grido. I Ban-Off non scherzano. I Ban-Off molestano. ''Under The Gun'' è un lavoro che va ascoltato, e che si lascia ascoltare, senza però cedere a nessun compromesso. (Flavio Minelli)