recensioni dischi
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DANCING CRAP  "Cut it out"
   (2015 )

“Cut It Out” segna il ritorno dei Dancing Crap, a due anni di distanza dal vero e proprio esordio. Si tratta d’un disco di dieci brevi tracce di un rock autentico, che varca i confini del punk in alcuni momenti, quelli del metal in altri. Il sound è originale e tutti i pezzi posseggono una loro forte identità, perché molto diversi fra loro ma sempre costruiti in maniera efficace. Benissimo in apertura “The Sick Ones”, pezzo dalle ritmiche travolgenti con un intermezzo quasi reggaeggiante, poi l’ottima “Burn Down City Soul”: hard rock e cori azzeccatissimi, headbanging e pogo in sede live. Prima vera divagazione metal con “Spotlight”, elegante e cattiva al punto giusto, prima di “Obscure” e “The Sociopathic Circus”, in cui a brillare è il vocalist, autore di una prestazione eccellente (come, comunque, tutta la band). “Strange Kind Of Connections” si gioca la palma di miglior pezzo del disco con “Spotlight”: a colpire, è la raffinatezza di un sound ibrido fra hard rock e tendenze punk, prima di un finale che riporta alla mente i vecchi Blur. “Morbid Mary” chiude una mezz’oretta abbondante con un sound più oscuro, attestandosi comunque sugli alti livelli delle altre nove tracce. “Cut It Out” è un ottimo lavoro: accanto alla perizia tecnica ed alle ottime performance dei singoli, c’è da sottolineare quanto questo lavoro sia personale. Nonostante siano riconoscibili varie influenze, esse non risultano mai invadenti: i Dancing Crap somigliano solamente a loro stessi, trascinano e coinvolgono come una band navigata e, a fine ascolto, ne vorrete ancora. (Piergiuseppe Lippolis)