recensioni dischi
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ALESSANDRO ORLANDO GRAZIANO  "Onironautica"
   (2015 )

Cantautore, musicista e pure disegnatore e grafico, Alessandro Orlando Graziano non è celebre, il suo nome non viene riconosciuto dalla massaia di Portici come dall'elettricista di Viggiù. Ma non è assolutamente un esordiente, tutt'altro: pensate che si è proposto per la prima volta al mondo discografico nel vecchio millennio, nel 1999, con l'album "Nella valle della distrazione", per una major quale la Virgin. Da allora si sono susseguite una serie infinita di esperienze: hanno cantato suoi brani Antonella Ruggiero e addirittura Il Volo, è stato cantante solista di un coro polifonico specializzato in madrigali e contemporaneamente leader di alcune rock band della capitale, con la punta massima costituita dalla vittoria del Premio Fabrizio De Andrè nel 2003, alla sua primissima edizione. Ecco perché era giusto dire subito che si tratta di tutto tranne che di un esordiente. Dopo una tale sequela di esperienze e collaborazioni, evidentemente Alessandro ha sentito l'esigenza di mettersi di nuovo in proprio, e di farlo con il suo quarto album, dallo strano titolo, "Onironautica". E meno male, aggiungiamo noi: perché si tratta di un disco probabilmente non facile ma, una volta ruminato e digerito, centrato ed importante. Dedicato a chi ama la musica d'autore meno radiofonica e scontata, ma non solo: nelle sue note riecheggiano pure new wave inglese (nella title track), musica orientale ("In armonia con il mondo"), elettronica (in "Poesia e matematica", come nel simpatico singolo "Sono un fenomeno paranormale"), e pure musica "seria", con contaminazioni classiche ed addirittura liriche, in "Giardino d'inverno", canzone scritta a quattro mani con Tripoli, storico collaboratore di Giuni Russo. Più che Battiato (al quale può inizialmente rimandare), la scrittura di Alessandro Orlando Graziano si accosta piuttosto al sottobosco, precocemente dimenticato, della new wave italiana anni '80 che si legava alla tradizione tricolore, con nomi tutelari come Gino D'Eliso, Rodolfo Santandrea ed il primissimo Garbo. Nonostante una tale varietà di contaminazioni ed influenze, "Onironautica" è un disco coeso, ben strutturato ed amalgamato, che mostra a tutto tondo l'universo di un vero artista: forse non particolarmente "mainstream", ma chissenefrega. La sua è buona musica, e ciò basta e avanza. (Andrea Rossi)