recensioni dischi
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CAPITANO MERLETTI  "Watch out for satellites and asteroids"
   (2015 )

Capitano Merletti, in effetti, è Alessandro Antonel, music maker di vecchia data (tra qualche mese scollinerà le 40 primavere) noto per la sua militanza nei Chinasky e soprattutto nel Maya Galattici, di cui qui su Music Map ci occupammo compiutamente qualche tempo fa. Giunto così all'esordio solista, il "Capitano" riesce, in questo "Watch out for satellites and asteroids", a scombinare un bel po' le proprie carte e, di conseguenza, quelle degli ascoltatori, ballonzolando allegramente tra ambientazioni che ricordano il miglior Beck, elettronica anni '70 (vi ricordate gli Space di "Magic fly"?), i Pink Floyd di Syd Barrett, diversi echi a-la Neil Young, e addirittura la psichedelia degli Spaceman 3. Un guazzabuglio, insomma: però, particolarmente ispirato. Giusto per rinnegare la litania del "with a little help from my friends", Antonel ha fatto tutto completamente da solo, suonando a turno batteria, percussioni, chitarre varie, glockenspiel, mandolino, pianoforte e svariate tastiere, buzuki, ukulele e chi più ne ha più ne metta. Così, alla fine, ci sono voluti 3 anni, tra il 2010 ed il 2013, per raccogliere e registrare questo materiale. E' stato, però, tempo ben speso: "Hard times for devils" è un inatteso gioiellino pop, "On high hills" porta in dote chitarre acustiche degne del miglior Al Stewart, mentre "An egg into the sun" (che ricorda addirittura i Kings of Convenience) ti si incolla alle orecchie e non ti molla più. Un'inattesa scoperta, insomma: destinata, tra l'altro, a non rimanere episodio isolato, dal momento che pare essere già alle porte un secondo capitolo firmato Capitano Merletti, dal titolo di "Medusa (The universe becomes trasparent)", in uscita nel 2016 e registrato (meraviglia...) con un vecchio registratore analogico ad 8 piste. Lo attendiamo ben volentieri. (Andrea Rossi)