recensioni dischi
   torna all'elenco


SLOBBER PUP  "Pole axe"
   (2015 )

Gli Slobber Pup sono un quartetto statunitense tornato, a due anni di distanza da un buon esordio di stampo prog-jazz, con “Pole Axe”, tre tracce di free improvisation e jazz fortemente avanguardistico. Nonostante l’esiguo numero di brani, la durata è di poco inferiore all’ora: “Incendiary Axe” apre, condensando in soli quattro minuti gli stilemi della band, con un ritmo abbastanza sostenuto, grande intensità e infinite capacità evocative. Il sax intesse trame pazzesche, muovendosi in maniera sinuosa e districandosi in maniera egregia sia nelle parti freneticamente tachicardiche, sia in quelle più lente. Ciò emerge maggiormente nella mezz’ora di “Pole Of Combustible Memory”, in cui il dialogo con una batteria sempre sugli scudi è emozionante ma tremendamente serrato, come un lungo duello in cui qualcuno rischia di cedere all’improvviso. Organo e più raramente il synth stendono un tappeto rosso di suoni avvolgenti, creando atmosfere stranianti grazie anche all’incendiaria chitarra. Un pelo meno efficace è “Bring Me Desire and Arrows To Shoot”, un viaggio cosmico di diciotto minuti che non conserva totalmente le caratteristiche delle precedenti due tracce. Il gruppo ha lavorato bene ed ha dimostrato un grande affiatamento, producendo un jazz che accoglie sfumature psichedeliche ed echi prog e dimostrandosi quasi camaleontico, con il suo incedere convulso e delirante capace di travolgere tutto ciò che gli si para davanti. È un disco che finisce di diritto nella classifica delle migliori opere jazz dell’anno. (Piergiuseppe Lippolis)