recensioni dischi
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THE ISLAND BAND  "Like swimming"
   (2015 )

Difficile commentare un disco come "Like swimming" della norvegese Island Band (nulla a che vedere, attenzione, con l'omonima marching band newyorkese). Sul totale di 12 brani che compongono l'opera, ben 10 (quasi la totalità, insomma) sono tracce strumentali, e soprattutto sperimentali, "ambient" si sarebbe detto qualche tempo fa. Ma, il problema (o la fortuna, dipende dai punti di vista) è che i 2 restanti episodi sono clamorosamente diversi. Non solo la voce umana (quella, vellutata, di Maria Due) la fa da padrone, ma rende i due brani autentiche rivelazioni. Stiamo parlando di "Swimming (part 1)" (primo singolo ad anticipare il disco già da qualche tempo) e, ovviamente, di "Swimming (part 2)". Tutte le altre tracce di questo album portano quindi in una direzione ben precisa (che può piacere o no, è chiaro, come tutte le proposte un po' "estreme" come questa), per essere poi sbugiardate senza vie di mezzo dai suddetti due episodi. Viene alla mente, con tutte le dovute distinzioni, quando, più di 30 anni or sono, il mondo delle 7 note venne letteralmente sconvolto dall'uscita di "It'll End in Tears", album di debutto del supergruppo This Mortal Coil. Anche in quel caso un album difficile ma bellissimo, composto prevalentemente da brani strumentali, veniva "potabilizzato" da alcuni episodi apparentemente diversissimi, quasi dicotomici, soprattutto dalla celeberrima cover di "Song to the Siren" di Tim Buckley, cantata in questo caso da Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, divenuta famosa grazie al film "Strade perdute" di David Lynch ed alla pubblicità del profumo Noa di Cacharel. Non sappiamo se The Island Band seguirà le strade dorate conquistate con classe e raffinatezza dai This Mortal Coil; e, soprattutto, non sappiamo se la loro strada per il futuro sarà maggiormente legata alla sperimentazione strumentale o se, viceversa, il percorso lasciato intravedere dai due sunnominati brani diverrà quello preponderante e definitivo. Il problema è che, ora come ora, non è facile amare allo stesso modo le due facciate del gruppo di Lars Myrvoll. Se si ama la sperimentazione, "Swimming (parte 1 e 2)" sembreranno episodi inutili, fuori contesto; se invece amerete alla follia queste due tracce, tutto il resto del disco potrebbe addirittura annoiarvi. Per questa ragione, scegliere una via definitiva sarà davvero necessario per questa comunque più che promettente band. (Salvatore La Mazzonia)