recensioni dischi
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CLAWED FOREHEAD  "My domain"
   (2015 )

E' ovviamente abbastanza difficile recensire un album che, per quanto appena uscito, rappresenta già il passato. E' proprio così: i primattori di questo disco, i Clawed Forehead da Brno (Repubblica Ceca), hanno appena chiuso la loro esperienza insieme, dopo 4 album ed una crescente stima tra addetti ai lavori e fans. Kuba (al secolo Jakub Spirik), autore di tutti i testi e della maggior parte delle musiche della band (in questo lavoro come nei precedenti), ha infatti deciso di lasciare la band, la quale, comprensibilmente, non ha intenzione di continuare senza il proprio faro, ed ha quindi già intrapreso una strada diversa, nella quale Michal (violoncello), Gabriela (violino), Soheil (voce e chitarra) ed Ester (batteria) hanno dato vita ad una nuova band, The Entropies. E allora, vi chiederete (giustamente), perché fermarsi a disquisire di un progetto oramai abortito dagli stessi primattori? Perché proprio l'inattesa fine dei Clawed Forehead rende questa loro nuova uscita, praticamente, un testamento artistico. La loro proposta, inusuale e convincente, mette(va) insieme metal (spesso doom) ad un violino, un flauto irlandese ed a due violoncelli, con arrangiamenti barocchi e ricercati, divenendo in questo una proposta innovativa e seminale davvero degna di nota, nella quale si trovano a convivere elementi rock, world music e melodie orientali. Si sente, in queste note, l'incredibile melting pot che rappresentava questa band, formata com'era da elementi provenienti da paesi diversi come Repubblica Ceca, Slovacchia e addirittura Iran. Tutti validi, i 12 brani che compongono questo "My domain", ma particolare menzione va alla conclusiva "Phlegmatic state": 4 minuti di autentica poesia, che di certo faranno rimpiangere i Clawed Forehead negli anni a venire. (Andrea Rossi)