recensioni dischi
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RONNY TAYLOR  "Karaoke"
   (2016 )

In questa recensione non troverete una cosa normale. Una che una. Innanzitutto il nome: Ronny Taylor sarebbero nome e cognome di una persona (presumibilmente tale Ronald detto Ronny), invece si tratta di una band. Che, poi, in effetti non si chiamerebbe Ronny Taylor bensì “ɹolʎɐʇ ʎuuoɹ”, scritto alla rovescia. Volete che continuiamo? Trattasi di una band esclusivamente strumentale: quando, qualche tempo fa, hanno dovuto realizzare la cover di “Valium Tavor Serenase” dei CCCP, inserita nel disco-tributo “Torino Paranoica”, non potendo rimanere totalmente strumentali per l’ennesima volta, hanno deciso di far cantare una “macchina”, un cyborg, utilizzando un programma per pc che filtrava ed interpretava con tono asettico e robotico le parole inserite. E poi, cosa c’è di più anomalo (ma anche, diciamolo, divertente…) che intitolare “Karaoke” un disco interamente strumentale (con tanto di microfono in copertina)? Come detto, non c’è una cosa normale, una che una, in questa proposta. Se non ci credete, scovate on line il video ufficiale del primo estratto “Carlini”: 6 minuti di telecamera fissa sui 4 ragazzi seduti su un muretto mentre… non fanno nulla. E se vi dovessero spaventare i 6 suddetti minuti (non pochi, in effetti, trattandosi di brani esclusivamente strumentali), cosa dovremmo dire di “Circlepit, squarepit, trianglepit” (7 minuti e 08), “La teoria dei 10 secondi” (7:30), “Supertanker disaster” (8:00) e “Midnight karaoke” (che sfiora addirittura gli 11 minuti)? Ripetiamolo: non c’è una cosa normale, una che una, in questa proposta. Ma allora… com’è che funziona? Com’è che diventa assurdamente piacevole all’ascolto? Com’è che, terminate le 8 tracce, in automatico si spinge di nuovo il play? Io, sinceramente, non lo so. Se ci riuscite, ditemelo voi. (Andrea Rossi)