recensioni dischi
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THE UNEARTHLY  "The Unearthly"
   (2016 )

Arrivano dal Brasile, la terra dei più noti Sepultura, ed anche loro fanno metal. Death, non trash come i loro colleghi. Attivi da ben diciotto anni, e con cinque pubblicazioni alle spalle, gli Unearthly sono tornati, a fine 2015, con un disco omonimo, registrato interamente in Polonia, una terra piuttosto fertile per quanto attiene al mondo del metal. Rispetto a “Flagellum Dei”, il passo in avanti sembra esser stato compiuto soprattutto in termini di pulizia e tecnica del suono, vero punto di forza di un disco che, per contro, offre anche ritornelli, in alcuni casi, davvero troppo radiofonici (“Agens Mortis” è un esempio in tal senso, nonostante le atmosfere prodotte siano davvero interessanti), in altri pezzi troppo apatici, incapaci di comunicare qualsivoglia tipo di sensazione all’ascoltatore (“Where The Sky Bleeds In Red”). Non mancano comunque pezzi imponenti come “Chant From The Unearthly Rites”, vero fiore all’occhiello di un disco che trova anche nell’opener “The Sin Offering” e in “Eshu” altri due momenti in grado d’impressionare positivamente. Il limite sta proprio nell’assenza di equilibrio, e nel divario troppo netto fra i pezzi di qualità e quelli che fanno più fatica, oltre che in una seconda metà meno fluida e riuscita, fatta eccezione per “Aisle To Everlasting”. (Piergiuseppe Lippolis)