recensioni dischi
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CRGN  "542 giorni"
   (2016 )

CRGN sta per "Carnage", parola che può avere diversi significati: tanto per cominciare, è uno dei rarissimi termini che figura, uguale, in due diverse lingue (inglese e francese), e che lo fa con la stessa, identica accezione, vale a dire "carneficina, massacro, strage" (alè, cominciamo bene...). Ma, soprattutto (almeno per il sottoscritto), "Carnage" è il titolo del film-capolavoro del grande Roman Polański, basato sull'opera teatrale "Il dio del massacro" della drammaturga e scrittrice francese Yasmina Reza. Ignorando quale di queste accezioni sia stato il fattore scatenante della scelta di Andrea Brodi e compagni, mi piace notare come, in fondo, il significato del termine (in inglese e francese) e la pellicola di Polański pratichino, più o meno, gli stessi territori: nel film si narra, infatti, del violento, quanto casuale, scontro tra due coppie che, iniziando in maniera fintamente composta, travalica presto qualsivoglia limite, trasformandosi appunto in un'autentica strage, una carneficina di valori, di consuetudini e di costumi morali "politically correct". La band fiorentina, insieme dalla fine del 2013, affronta quindi gli argomenti trattati in queste 11 canzoni con lo stesso piglio, compiendo una carneficina di luoghi comuni e sputando in faccia all'ascoltatore le proprie verità. In "Disprezzo", ad esempio, cantano: "di graffi in faccia per nascondere le smorfie non ne ho, tatuaggi addosso per nascondere i tuoi segni non ne ho, il mio disprezzo per te non l'ho mai perso...". Traduzione: non ho nessuna voglia di nascondere cosa provo, ne' ora ne' mai. Il percorso che ha portato la band a registrare l'album d’esordio (durato, appunto, 542 giorni, da lì il titolo del disco) è stato quindi ben speso: siamo in presenza di un'opera dura ma sincera, sia liricamente che musicalmente, che soprattutto non porta in dote alcunché di artificiale. Da tenere d'occhio, assolutamente. (Andrea Rossi)