recensioni dischi
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DELENDANOIA  "Odi et amo"
   (2016 )

Mettiamo in chiaro. Se siete amanti della musica fatta con chitarre e tutto il resto, e se quando si parla di sintetizzatori o comunque di revival anni ’80 preferite cambiare canale, allora girate al largo. I Delendanoia, ragazzo e ragazza come capitava ai tempi degli Yazoo, lavorano come si faceva un tempo, andando a rallentare i ritmi e a girare attorno a melodie elettroniche in un lavoro che potrebbe essere un eccellente intruglio da infilare nel serbatoio di una macchina del tempo. E allora, dove è che si potrebbe fare di meglio? Perché l’impressione di fondo è che a tratti si vada un po’ troppo nello scolastico, nel cercare di riprodurre le atmosfere dell’epoca seguendo un Bignami fatto di Battiato in primis e poi di tutto il resto a ruota, finendo con il ricordare un po’ quei Soerba che a fine anni ’90 cercarono di riproporre lo stesso standard, con però molta più inventiva nei testi. Sarebbe interessante aggiungere qualcosa di proprio, magari una maggiore struttura di chitarra per suonare maggiormente new wave di quanto non sia, cercando forse di avvicinare l’idea dei Simple Minds: perché è clamorosa l’idea di fare una cover di “Fotoromanza”, ma a velocità così lenta e senza un qualcosa a fare da spina dorsale, il rischio è quello di guardare il cronometro per chiedersi quanto possa ancora durare. Direte, allora lo bocci? Assolutamente no, se non altro perché è un disco che mantiene quel che promette. Anche se l’idea finale è quella di una occasione lasciata un po’ da parte, andandosi a rispecchiare troppo nella propria immagine senza far altro. Avercene, però. (Enrico Faggiano)