recensioni dischi
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LUCA FUCCI  "Hidden scars"
   (2016 )

Il fiorentino Luca Fucci, sinora conosciuto come metà dell'electronic duo Interferenze, approda stavolta all'esordio solista con questo "Hidden scars", lavoro totalmente strumentale che, a differenza della maggior parte delle opere di questo genere, riesce nell'impervia scommessa di non essere per niente ripetitivo, e di far scorrere l'intera durata dei 13 episodi che lo compongono senza un attimo di cedimento. Per Fucci si tratta più o meno di un ritorno alle origini, perché non va dimenticato che l'esordio degli Interferenze fu, quasi una decina d'anni fa, la sonorizzazione di situazioni legate all’alta moda: non è infatti difficile immaginare le parti migliori di questo "Hidden scars" eventualmente prestate a simili circostanze. Se alcune trame industrial, sparse qua e là, possono rammentare i seminali Ministry, è fuori di dubbio che il parallelo più naturale, riguardo alla proposta di Fucci, sia con i Nine Inch Nails di Trent Reznor; in altri episodi, come l'iniziale "Fading out", vengono invece alla mente celebri soundtrack, non ultimi quelli di Ryūichi Sakamoto, ed il crescendo emotivo, dall'iniziale piano solo sino all'entrata imperiosa delle percussioni digitali, non può non avvincere l'ascoltatore. Esperimento più che riuscito, quindi, questo primo vagito solista di Fucci: ma i fans di Interferenze possono comunque dormire sonni tranquilli. Dopo questa parentesi (che fa il paio con l'appena uscito "Across the sky" dei Pulse-r, ovvero il side project dell'altra metà del duo, vale a dire Giacomo “Jac” Salani), avranno presto inizio i lavori sul nuovo disco di Interferenze, che andrà a chiudere la trilogia iniziata nel 2012 con "Green fragments" e proseguita con "Red fragments" nel 2013. (Salvatore La Mazzonia)