recensioni dischi
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TSO  "In-sanity"
   (2016 )

TSO, nell'accezione comune, è il Trattamento Sanitario Obbligatorio, quello che viene adottato quando esistono alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici. Dopo l'ascolto di questo "In-sanity" (ulteriore riferimento alla presunta "insanità" della band in questione), è difficile propendere per un trattamento sanitario riguardante questi ragazzi triestini. Se si scoprisse che la loro musica (etichettata sludge/blues/alternative rock, ma nella quale c'è veramente di tutto) fosse un virus, sarebbe viceversa da raccomandare a tutti, questo agente patogeno tutt'altro che malevolo: sarebbe di certo da sciogliere nell'acquedotto cittadino, affinché chiunque ne uscisse contagiato. Potente, disturbante, irresistibile, il sound dei TSO ti afferra e non ti lascia più: anzi, a fine viaggio vi scoprirete contagiati (ecco un'ennesima allusione medica) e sarete costretti a ricominciare daccapo. Quando poi riacquisterete il senno, e vorrete approfondire l'origine del virus contagiante, scoprirete che i 3 personaggi autori di queste canzoni-macumba hanno mestiere da vendere, ed ecco spiegata la forza e la compiutezza dei 6 episodi di questo loro disco d'esordio: asse portante della band sono infatti i fratelli Andrea e Marco Abbrescia, il primo pietra angolare dei Lume assieme a Franz Valente de Il Teatro degli Orrori ma anche negli Elbow Strike e nei Love in Elevator, il secondo noto invece come bassista dei Sloth Machine. A completare il combo è stato quindi convocato Tobia Milani (dei Doppia Personalità) alla batteria, ed ecco che la magia è scaturita: in nome degli Alice In Chains, certo, ma anche dei Queen Of The Stone Age, dei tricolori Verdena e pure, qua e là, nella scia dei colossi progressive anni '70, vale a dire King Crimson, Jethro Tull (ascoltatevi la parte centrale dell'infinita "Sol niger", con i suoi 8 minuti abbondanti, e ditemi se non vi viene in mente "Songs from the wood"...) e addirittura Genesis. La esplodente scena triestina (Grime, Ooze, ma anche Border Bastard, Drømme, Beat Degeneration…) ha quindi probabilmente trovato i propri rappresentanti più peculiari ed emblematici. Dai quali sarà sinceramente difficile prescindere, d'ora in poi. (Salvatore La Mazzonia)