recensioni dischi
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MIKELESS  "Il maniaco"
   (2016 )

Mikeless, al secolo Michael Fortunati, è un one-man band che, con l’ausilio dei nuovi mezzi tecnologici, fa musica sostanzialmente da solo. Voce e beatbox, chitarra, loopstation sono stati gli unici ingredienti per il suo esordio solista, eccezion fatta per il pezzo di chiusura ("Funky love"). E l’uso sapiente di questi pochi elementi gli ha permesso di produrre un album in cui i ritmi cambiano frequentemente, nonostante “Il Maniaco” rimanga un disco dall’attitudine cantautorale e dalle sonorità pop con guizzi rock. I testi mantengono questa stessa peculiarità e trattano temi diversi: dai riferimenti alla propria esperienza di uomo e di artista, all’ironia intelligente da cui emerge anche una certa sensibilità nel parlare della moderna società forse troppo tecnologizzata, di burocrazia, di quotidianità. Fra le otto tracce di “Il Maniaco”, diverse meritano una menzione speciale: la titletrack parla di temi attuali abbracciando la tragicomica storia di uno stalker telefonico, “Versi e Parole”, coi suoi richiami letterari, spiega la necessità di lasciare traccia di sé con le parole. Anzi, con le canzoni, nel caso specifico di Michael Fortunati. “Solstizio Generazionale” accarezza le ansie e i problemi dei giovani degli anni zero, mentre la chiosa è affidata all’unico pezzo che, come detto, Mikeless ha scritto in compagnia con la band che lo segue in concerto: piglio allegro e spensierato per “Funky Love” che parla dell’essere invaghiti di qualcuno. Buon esordio per Mikeless: “Il Maniaco” è un disco orecchiabile, scritto e prodotto bene, nel quale l’autore è riuscito a scongiurare il rischio che fosse troppo monocorde, con piccoli ma intelligenti accorgimenti che potranno aprirgli la strada del grande pubblico in futuro. (Piergiuseppe Lippolis)