recensioni dischi
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SILVERSNAKE MICHELLE  "Her snakeness"
   (2016 )

Micaela Battista, in arte Silversnake Michelle, nasce a Torino nel 1975 e nasce una seconda volta, musicalmente, nel 2012, quando inizia a studiare canto moderno e quando, l’anno successivo, intraprende un percorso di ricerca musicale con il nome d’arte di Silvernake Michelle. A distanza di due anni dall’uscita del primo album, ''So in My Mind'', Silversnake Michelle torna alla ribalta con un disco che è la naturale prosecuzione del precedente nei suoni e nelle idee, ma che è più sperimentale nei ricami melodici che offre e più sviluppato nelle tematiche: un concept album con la quale la cantante (autrice qui di tutti i testi e le musiche) prova a costruire una strada che la allontani dalla realtà prevedibile e nebbiosa che la circonda. Il disco parte alla grande, con l’esplosione (che ricorda vagamente qualcosa degli Evanescence) di ''Drops of Time'', che inaugura l’opera con un tono filosofico che caratterizzerà tutto il resto dell’album. Qui viene preso in esame l’inesorabile scorrere del tempo che ci rende soltanto un’immagine di passaggio, proiezione di una luce estremamente lontana. Il disco è sempre in bilico tra un art rock ed un pop con accenni di elettronica e soul. La voce della Battista è potente, carica, riempie totalmente la scena: è forse, a tratti, un po’ prevedibile nell’impostazione, quando si sente l’influenza della scena mainstream di alcuni talent show nostrani; è, però, notevole, e impreziosisce ulteriormente il clima complessivo, curato nei minimi dettagli anche grazie ad arrangiamenti precisi e originali, creati della cantante stessa con l'ausilio di Daniele Marchetti e di Valentino Vitali. ''Proserpine'' è la parentesi più orecchiabile del disco, dove alla prima parte, più riflessiva e dolce, cantata con leggerezza e descritta dalla Battista come “il sogno”, segue una seconda parte dura, senza alcuna pacificazione interiore, “il risveglio”: qui la dissociazione tra Silversnake e Micaela, il loro non rapportarsi più, sono descritte a viva voce dall’autrice stessa. Le emozioni soffocate sono protagoniste di ''The Deep Green'', mentre in ''C9H13Night'' la cantante non ha paura di parlare del piacere sessuale che quando diventa ossessivo si trasforma, inesorabilmente, in dolore. Questo brano è il più ballabile e rappresenta un unicum all’interno del repertorio della cantante. La caratteristica principale del disco – altalenante e incostante, per me due punti di forza; per altri possono essere considerati una debolezza – è che la voce risponde allo stato d’animo che viene chiamato in causa nel singolo brano: nella scanzonata ''DNA'' si concede un attimo di divertimento parlando del sesso come motore di tutto l’universo; in ''Garden of Jasmine'' – il punto più alto del disco, non tanto per la tematica, questa volta non troppo originale, ma per l’interpretazione vocale ed il modo di narrare la vicenda, dove si racconta una favola dark in cui il tempo si rompe, immobilizzando per l’eternità un ragazzo nella sua infanzia – è sognante ed accompagna l’ascoltatore, con una cantilena dal sapore celtico, in un mondo incantato pieno di fantasmi, magia e istinti primordiali. Non sorprende che gli ultimi tre episodi del disco – ''Requiem'', ''Foundations of Souls'' e ''Madness'' – continuino a colpire in questa direzione onirica, che diventa a tratti più aggressiva, come in ''Requiem'', a tratti più dolce e innocente, e come in ''Madness'', un breve outro strumentale che chiude il disco. ''Foundations of Souls'' è la summa perfetta delle intenzioni dell’autrice: rappresenta la consapevolezza di potere costruire da sé la propria vita tenendo sempre in grande considerazione chi le sta vicino ed in particolare i genitori, prima colpevolizzati per le domande a cui non hanno saputo rispondere in passato, e poi ringraziati perché hanno, appunto, creato le fondamenta della sua anima. Questi ritmi avvolgenti, che concedono poche distrazioni a chi ascolta, rendono l’opera complessivamente più che buona e coerente all’interno del progetto musicale di Silversnake Michelle, e la rendono uno degli elementi più interessanti del panorama indipendente italiano. (Samuele Conficoni)