recensioni dischi
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ZAGREB  "Fantasmi ubriachi"
   (2016 )

L’ultimo biennio di musica indipendente nazionale è stato segnato dall’esplosione dell’elettronica e delle forme più moderne di pop, dimostrando il buonissimo stato di salute della scena. Ad onor del vero, però, anche il rock è in una buona condizione, perché stiamo assistendo ad un ricambio generazionale tanto rapido quanto incessante. E la band veneta Zagreb lo conferma con “Fantasmi Ubriachi”, un’opera in cui confluiscono diversi aspetti del rock. “Dentro Una Scatola”, in apertura, lo chiarisce subito: si tratta di un pezzo tiratissimo dagli echi grunge su cui si poggia la voce di Alessandro Novello, graffiata al punto giusto, mentre “Medusa” è un pezzo più concitato che, in alcuni passaggi, ricorda qualcosa dei primi Ministri, e che trascina con la sua carica di hard rock. Anche quando si cimentano in ballate dalle atmosfere oniriche, come accade in “Sputo d’Asfalto”, gli Zagreb ribadiscono tutta la loro ispirazione e la capacità di non far mai scemare l’attenzione di chi ascolta. Dopo la succitata ballad, si riparte con “Non È Colpa Tua”, epicentro emozionale del disco per il suo tono drammatico e per un cantato davvero suggestivo; poi “Girami La Testa” si riavvicina agli schemi della prima parte del disco, prima di una chiosa (“Il Tuo Tempo”) giocata ancora su ritmi lenti, morbidi ed atmosfere sognanti. La bellezza di “Fantasmi Ubriachi” sta nella sua varietà e nel dinamismo di un rock moderno e dal respiro internazionale coniugati a testi non banali e ad un cantato sicuramente funzionale alle sonorità proposte. (Piergiuseppe Lippolis)