recensioni dischi
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NORMAN WESTBERG  "Mri"
   (2016 )

“MRI” è l’acronimo di “magnetic risonance imaging”, espressione inglese per dire “risonanza magnetica”. Ed è anche il nuovo lavoro di Norman Westberg, conosciuto ai più per essere il chitarrista della creatura di Michael Gira, gli Swans. L’opera prende forma a partire dall’esperienza personale di Norman, che ha notato una non indifferente perdita d’udito all’orecchio destro e che, nel momento in cui si è sottoposto agli esami del caso, ha potuto avere questa spiacevole conferma. Dopo “13”, quindi, Norman è tornato a lavorare a un disco di elettroacustica minimale: ancora una volta, pochi pezzi di lunga durata e la scelta di uno stile estremamente scarno e spoglio. Tutto il disco ruota intorno ai coni degli amplificatori e al loro feedback: non è più raro che i chitarristi evitino una lettura problematica del suddetto effetto fisico e acustico e che, addirittura, inizino a lavorarci in modo creativo, al punto da farne la base sonora per la produzione di un disco. Norman, quindi, segue questo schema per tutto il disco: ad un ascolto superficiale, la sensazione è quella di ascoltare un unico flusso sonoro che presenta delle sterzate morbide e impercettibili, ma la realtà è che le onde sonore si caricano di vibrazioni diverse, frutto di accordi sempre dinamici, che danno luogo a una produzione di lettura sicuramente non immediata, ma di grande raffinatezza: Westberg confeziona così un qualcosa dallo spiccato afflato introspettivo e contemplativo, che incorpora anche un senso d’ansia ed inquietudine generale da fiato sospeso. (Piergiuseppe Lippolis)