recensioni dischi
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GEDDO  "Alieni"
   (2016 )

Avevamo lasciato Geddo con “Non Sono Mai Stato Qui”, disco che ha seguito l’esordio pubblicato all’alba del decennio e che aveva confermato e rinnovato le tante sensazioni positive emerse già nel 2010. Il Geddo che incontriamo in questa primavera non fa altro che riprendere il suo stile e rimuoverne tutte le impurità, rendendo il prodotto estremamente genuino. Parecchio impegnato è il minutaggio, perché il disco contiene quattordici pezzi, a testimonianza del fatto che Geddo fosse ben consapevole della bontà di ciò a cui stava dando vita. In apertura possiamo renderci conto del dinamismo di un disco che evita di rimanere impantanato nei soliti schemi e che, sebbene resti ascrivibile al mondo del cantautorato, dimostra una complessità sostanziale decisamente maggiore. È cosi che “Chiaro” apre con un pezzo funkeggiante, anticipando quella “Cammina Cammina” magnificamente infarcita di reminiscenze dylaniane. Poche battute anche per testimoniare un binomio fra musica e scrittura saldo i tutti i suoi punti e senza affanni, nonostante la lunga durata. Compaiono gli archi campionati e accenni di rock nell'ottima “Portami A Casa”, mentre in “Alle Bionde Piace Noir” si aggiunge un tocco country all’opera. “Chloé”, “Lampi di Settembre” e “Un Altro Giorno” sono momenti in cui il livello si alza ulteriormente, sebbene il livello globale sia pressoché costante e, soprattutto, davvero molto buono per tutta la sua durata. Geddo ribadisce di essere un cantautore sensibile ed attento, dalla buona penna e dall’ottima tecnica compositiva, ragion per cui supera ancora una volta a pieni voti la prova e conferma la sua candidatura ad un ruolo da protagonista nel mondo del nostro cantautorato. (Piergiuseppe Lippolis)