recensioni dischi
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QUARZOMADERA  "Apologia del calore"
   (2016 )

Tornano i brianzoli Quarzomadera con otto nuovi brani registrati e mixati al Frequenze Studio di Monza lo scorso febbraio. Due anime rock, Davide Sar (autore di testi e musica, voce, chitarra, bass e keyboards programming) e Tony Centorrino (batteria e percussioni). Questo energico duo firma anche la produzione e gli arrangiamenti affiancati dal musicista e tecnico del suono Andrea Jim Ravasio. Questo quarto lavoro, pubblicato con la label Discipline di Garbo e Luca Urbani, è una conclusione di fuoco per un omaggio musicale all’antico culto della natura, dove tutte le cose esistono e consistono nei quattro elementi. I precedenti, pubblicati con Videoradio/Linea Alternativa, sono l'acqua con ''Cardio & Psiche'' (2006), l'aria con ''Orbite'' (2009) e la terra con ''L’impatto'' (2012). Come primo impulso, parlando di loro non posso che citarli immediatamente: “Non sono passi falsi ed energie disperse” quelle che ci portano all’ascolto di questa nuova testimonianza artistica, in stile rock laterale, proveniente da Monza. Definirlo rock alternativo non ne descriverebbe bene la sua particolarità, che mal si posizionerebbe nel novero degli artisti di quel genere. Qui la linea del rock è tracciata con decisione e senza alternanze. Poi, durante l’ascolto, veniamo spostati in qualche modo di lato da questa geometria nota. Non sono gli artifici o i virtuosismi tecnici a caratterizzare la nostra esperienza di ascolto in questa lateralità, ma una leggera percezione di un patto da fare con nostri spiriti. La sua forza risuona proprio nella sua leggerezza che sfiora quelle che sono le nostre sensazioni più vere. Stuzzicandoci in un rito musicale che ci chiede di combattere le nostre zone d’ombra. Nell'''Apologia del calore'' dei Quarzomadera la grammatica musicale semplice e diretta di un rock geometricamente dimostrabile, e che non lascia dunque spazio ad altre ipotesi, prende un sentiero accanto. Poco più in là troviamo, connessa alle energie della Terra, una corrispondenza che sa di elementi spirituali quasi magici. Proprio come quando ammiriamo la bellezza di un quarzo dalle sfumature sconosciute. Un quarzo che, a causa delle forti inclusioni nella sua geometrica struttura, assume una colorazione livida. Duro, ma trasparente. Dove, dietro l’ascolto di musicali assonometrie cavaliere, si scoprono i cieli della fantasia e gli aperti orizzonti delle canzoni dei cantautori. Eccone quindi la sua lateralità. Ecco quindi la sua capacità di essere rock laterale. Il brano di apertura ''Nel Nucleo'' dichiara immediatamente questi mezzi ed intenzioni, contro le frasi fatte e le bugie, con i suoi sapori chitarristici Van Haleniani. Un nucleo costante, il loro, per il piacere della narrazione e dell’uso della nostra cara lingua italiana, troppo spesso amata più all’estero che in patria. Il linguaggio curato di questo lavoro ricorda i nostri grandi cantautori nazionali contemporanei, come ad esempio Daniele Silvestri in ''Al Veleno'' ed ''Era Loop'' e le grandi nostalgie passate con il loro primo remake ''L'Amico di ieri'' de Le Orme (1975). Il grido di reazione per riprendere a vivere e continuare ad essere sé stessi sta sopra tutto e tutti, ma trova anche il suo equilibrio con i dolci momenti della vita. Questo testimonia ''Leggimi nel pensiero'', dove una chitarra acustica senza compromessi ci canta una serenata per abbandonarci ancora una volta all’amore. Nel finale ''Astri (Nascita,Vita, Morte)'', un saluto strumentale dai Quarzomadera al loro pubblico, un brano che rimane sempre in sospeso, come a rinnovare le promesse ascoltate nei precedenti. E come a dire arrivederci al prossimo quinto elemento. Buon ascolto. (Marco Martini)