recensioni dischi
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VAN DER GRAAF GENERATOR  "Present"
   (2005 )

Un doppio album, diviso tra canzoni e improvvisazioni per un ritorno in grande stile alla sigla VDGG dopo 28 anni di solo Peter Hammill. Gli spunti migliori sono nel primo cd, anche se le “improvisations” aprono spiragli d’impressionante bagliore sul modo di lavorare di Hammill, Hugh Banton, Guy Evans e David Jackson. Manca la calma pastorale dei Genesis (i Van Der Graaf sono sempre stati piů cupi) e fin dall’invettiva di “Every Bloody Emperor” si precipita in uno scenario da nuovo medioevo che precede l’apocalisse. Le canzoni sono permeate da un’ansia da “fine del mondo”. La potete quasi toccare in “Boleas Panic”, dove la paura si materializza nei fiati di Jackson o nel soul devastato di “Nutter Alert”, dove i Police catastrofici di 'Ghost In The Machine' si collegano ai King Crimson di 'Larks’ Tongues In Aspic'. Anche gli spunti jazz di “Abandon Ship!” naufragano tra effetti di chitarra laceranti, gli stessi che, combinati ai sax di “In Babelsberg”, sembrano replicare l’urlo di Munch. Un “presente” angosciante. (Giulio Brusati)