recensioni dischi
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CUSTODIE CAUTELARI  "Notte delle chitarre (e altri incidenti)"
   (2016 )

Le Custodie Cautelari di Ettore Diliberto sono tornate per una nuova imponente opera di quindici tracce figlie di un gran numero di collaborazioni: ogni brano ha visto la partecipazione di almeno un ospite, sino ad un massimo di cinque. Lunghissimo è il viaggio musicale che prende il nome di “Notte Delle Chitarre (E Altri Incidenti)”: sono tante e diverse le sfumature di genere che caratterizzano quest’opera. “Tic Tac (La Vita Che Passa)” inizia con atmosfere degne dei Police ed una riflessione sullo scorrere del tempo, poi c’è spazio per due brani di impostazione cantautorale (“L’Impossibile” e “Parte della Musica”) e per un pezzo musicalmente più complesso, in cui si apprezza un bel dialogo fra le parti vocali e la chitarra di Luca Colombo che copre i silenzi e brilla di luce propria con un ottimo assolo finale (“Tutto Per Te”). In “Non Volere Volare Più” le Custodie Cautelari indossano invece lo smoking e suonano dell’ottimo blues, prima di tornare a spingere sull’acceleratore con il garage rock di “Aria”. A metà strada arriva una ballata (“Un Giorno Nuovo”) a cui segue un’esplosione di italianissimo rock dal sapore vintage prima (“Mai Più”), ed un altro pezzo, poi, dal testo parecchio incisivo, sostenuto da sonorità spigolose e da cariche d’energia (“Benvenuti Nell’Aldiquà”). Suona più British, invece, il sound di “Concio”, brano che porta dritti a quello che ci sentiamo di eleggere come il miglior brano del disco: “Chiudi Gli Occhi E Senti”. Introdotta da un suono di chitarra lineare, il pezzo ha una tensione in costante crescita, scandita dalla batteria e da un cantato di grande pathos. Una piccola deflagrazione, nella fase centrale, impreziosisce il pezzo: è replicata sul finale, con un ritmo anche più sostenuto. Nell’ultimo segmento, “Se Poi Dio C’è” strizza l’occhio alle radio, “Nun Me Scuccià” pone l’accento sulla componente blues, mentre è purissimo il rock di “La Forma Di Un’Idea”. In chiusura, “Capodanno” è costruita quasi totalmente su chitarre acustiche le cui trame s’intrecciano e creano suoni davvero gradevolissimi. Il nuovo pomposo progetto delle Custodie Cautelari è ampiamente riuscito e completato: i tanti ospiti hanno contribuito a render grande un disco che merita più d’un ascolto perché possa raccontarsi in maniera esaustiva. La prova è certamente superata sia sul piano tecnico che su quello testuale. (Piergiuseppe Lippolis)