recensioni dischi
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MULAI  "Glue"
   (2016 )

Nella sempre florida scena elettronica italiana, un nome da monitorare è quello del lombardo Giovanni Bruni Zani aka Mulai, giunto al suo secondo EP intitolato “Glue” dopo aver ottenuto i primi consensi con “Something For Someone”. La proposta musicale di Mulai si connota per un buon livello di ricercatezza e personalizzazione, soprattutto grazie ad un sapiente uso della voce, la cui naturalezza si fonde con sezioni parecchio effettate, utilizzate in alcuni casi quasi come percussioni, in altri come synth. Ma spesso le parti cantate si poggiano semplicemente su basi liquide, che raramente mantengono la loro forma e che rendono al massimo anche grazie ad una fase di produzione particolarmente curata. La componente elettronica è però figlia di influenze french touch e anche di oltremanica, arricchita da momenti dubstep ed echi trip hop. “Glue” apre mostrando anche venature pop, sporadicamente presenti anche nel resto dell’opera, che contribuiscono ad incrementarne la fruibilità. I due pezzi successivi (“Shoelaces”, “Water & Concrete”) svelano anche una buona attitudine alla sperimentazione. Il crescendo prosegue con la profonda e arzigogolata trama di “Elephant”, prima della chiusura affidata ad un pezzo dall’atmosfera spaziale, non a caso intitolato “I’m On Mars”. Mulai conferma quanto di buono ci aveva già rivelato nel suo primo lavoro, con un’opera che potrà ambire a posti di prestigio nelle classifiche di genere dell’elettronica nostrana. (Piergiuseppe Lippolis)