recensioni dischi
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PLY  "Sans cesse"
   (2016 )

I Ply sono Mathias Delplanque e Guillaume Ollendorff, formazione francese nata nel 2011. Forti di un background artistico notevole, i due hanno iniziato i lavori per “Sans Cesse” nel 2013 e, dopo una lunga gestazione, oggi il disco vede finalmente la luce. Si tratta, di fatto, di un EP che contiene cinque tracce per circa trentadue minuti totali di durata il cui genere è ascrivibile alla voce elettronica sperimentale. Il disco si apre con “Tapis Perses”, oltre dodici minuti di suoni scarni ed essenziali, di accompagnamento lineare e ridotto all’osso, ma capace di generare in alcuni momenti un senso di pathos, su cui si poggia la voce di Guillaume Ollendorff. La successiva “Au Point Où J’En Suis” è caratterizzata da suoni sinistri, ideali per fare da soundtrack ad un film dell’orrore. Percussioni minimali scandiscono rumori macabri, indecifrabili, che vogliono generare choc nell’ascoltatore. I suoni elettrici della titletrack in alcuni momenti sembrano invece provenire dal cosmo, ma nel complesso il mood resta lo stesso dell'episodio precedente. Il sound di “Vers”, invece, è più pieno e corposo, ma non si svincola da quegli schemi a cui i precedenti venti minuti abituano. Il finale è affidato al pezzo più breve del lotto, “Lament”: espressioni elettroniche nostalgiche suggellano “Sans Cesse”, testimoniando la nascita di una bella realtà nel variegato mondo dell’elettronica sperimentale. I Ply hanno senza dubbio delle idee interessanti e riescono a tradurle in soluzioni efficaci, ma scelgono consapevolmente di restare all’interno di un genere che, per sua stessa natura, è di nicchia. (Piergiuseppe Lippolis)